«Un reparto di ospedale solo per Belen». Ma è falsa la denuncia del sindacato La stanza privata e il caso ascensori bloccati

Venerdì 16 Luglio 2021 di Silvia Moranduzzo
«Un reparto di ospedale solo per Belen». Ma è falsa la denuncia del sindacato
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PADOVA - Una smentita su tutta la linea. Da quando Belen Rodriguez è entrata nell'Azienda ospedaliera di Padova per dare alla luce la piccola Luna Marì i riflettori si sono accesi, così come le polemiche. È spuntato sui social un cartello che recitava Causa Belen e fino a nuovo ordine in divisione ostetrica negli ascensori 4 e 7 i pulsanti relativi al terzo piano sono disabilitati e che si diceva appeso a un ascensore della Clinica di ostetricia; poi la Cgil ha accusato la direzione dell'ospedale di aver mutato turni, cambiato l'organizzazione causando disagio al personale. «Niente di più falso»: a smentire tutti i retroscena è il vertice dell'Azienda ospedaliera, il direttore generale Giuseppe Dal Ben.


In mattinata, Dal Ben ha ricevuto una smentita da Cisl e Uil in merito a quanto riferito sui disagi al personale e una lettera delle infermiere del reparto al terzo piano della Clinica di ostetricia che si dicono rammaricate per le accuse di disservizio, loro che hanno sempre lavorato al meglio per garantire cure e attenzione a tutte le pazienti, che fossero showgirl o meno. «È falso che sia stato bloccato l'intero reparto ha detto Dal Ben . La signora Rodriguez ha alloggiato in una delle tre stanze a pagamento che si trovano in fondo al corridoio del terzo piano della Clinica di ostetricia.

E quel reparto era perfettamente agibile da chiunque, visitatori che volessero andare a trovare familiari e conoscenti, pazienti, medici. Ovviamente seguendo le regole anti-Covid vigenti».


Al terzo piano, nei giorni in cui la showgirl era in ospedale, diversi letti erano occupati: il 10 luglio c'erano 16 persone, il 14 luglio erano in 14. E i parenti delle pazienti potevano andare e venire regolarmente a seconda degli orari di visita. «Siamo un ospedale pubblico e come tale ci comportiamo ha tuonato il direttore generale . La signora Rodriguez è stata trattata come qualsiasi altra paziente, né più né meno. E il personale ha lavorato esattamente come al solito. Abbiamo implementato la vigilanza ma questo non tanto per la signora Rodriguez quanto per evitare che qualche curioso disturbasse le altre pazienti, non abituate a stare sotto i riflettori».


E poi c'è la questione degli ascensori bloccati. Il cartello Causa Belen e fino a nuovo ordine in divisione ostetrica negli ascensori 4 e 7 i pulsanti relativi al terzo piano sono disabilitati ha fatto impazzire internet, avvalorando l'idea di un reparto completamente bloccato. La realtà è diversa. Nella Clinica ci sono sei ascensori: uno per i visitatori, uno per il personale delle cucine, due per il trasporto dei pazienti e poi ci sono un montacarichi che arriva nei sotterranei dell'ospedale e un ascensore a cui si accede con tessera magnetica in uso alle ditte esterne. «Su questi ultimi si è concentrata la nostra attenzione ha spiegato Dal Ben . Il montacarichi è difficile controllarlo e dai sotterranei poteva entrare qualche curioso. L'altro è usato da ditte esterne e le tessere magnetiche passano facilmente di mano in mano. Per cui solamente questi due sono stati disabilitati dall'arrivare al terzo piano».


Allora quel cartello dove si trovava? «Era un appunto scritto da un centralinista ha riferito Giovanni Spina, direttore dei Servizi tecnici dell'ospedale . Peraltro scritto con un linguaggio che noi non avremmo mai usato per una comunicazione ufficiale. Lo aveva appeso davanti al telefono così da avere la risposta pronta nel caso qualcuno avesse chiesto il perché del mancato funzionamento. Un altro dipendente ha fotografato l'appunto e lo ha postato sui social. Conosciamo nomi e cognomi, ora capiremo le motivazioni del gesto e vedremo cosa fare».


Per la Fp Cgil ha commentato Alessandra Stivali, segretaria provinciale: «Ci dispiace che la direzione si sia risentita perché abbiamo riferito delle segnalazioni ricevute sulla riorganizzazione dovuta al parto di Belen Rodriguez. Apprendiamo che ciò è stato fatto per tutelare non la sua di privacy, bensì quella di tutte le altre mamme. Resta che a fronte di un evento che ha riscosso tutta questa attenzione mediatica e che ha confermato l'eccellenza dell'ospedale di Padova nel panorama della sanità nazionale, noi sottolineiamo l'ennesima grande prova delle lavoratrici e lavoratori che anche in questa occasione hanno dimostrato tutto il loro valore e attaccamento al lavoro. E questo nonostante i loro stipendi».

Ultimo aggiornamento: 17 Luglio, 10:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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