Bariste licenziate al museo Eremitani, dopo otto mesi e le tante promesse nulla è cambiato

A nulla sono servite la raccolta di firme e la solidarietà. Susanna Sartore: «Il sindaco Giordani aveva garantito un intervento, ma non lo abbiamo più sentito. Nessuna traccia anche del verbale di conciliazione sindacale»

Mercoledì 5 Ottobre 2022 di Luisa Morbiato
Claudio Bisio con Susanna Sartore nel bar in cui lavorava con la collega: licenziate

PADOVA - Risale ormai allo scorso febbraio la vicenda del licenziamento delle due bariste che da oltre un decennio gestivano il bar del Museo degli Eremitani. Entrambe lasciate a casa a seguito del cambio di gestione. Il fatto aveva portato colleghi e conoscenti a una raccolta di firme, promossa da una delle guide turistiche che frequenta il Museo, a sostegno del posto di lavoro delle due donne.

Ciò a testimonianza della professionalità e del comportamento impeccabile con i turisti.

LA POLEMICA
Il licenziamento di fatto non è mai rientrato, ma l'amministrazione aveva avanzato alcune promesse. A distanza di mesi, però, nulla è cambiato. «Voglio fare chiarezza - afferma una delle due bariste, Susanna Sartore -. La ditta vincitrice dell'appalto ha ritenuto opportuno non riassumerci più. Inoltre, nonostante ci fosse stato promesso a suo tempo, fino ad oggi non abbiamo ottenuto un risarcimento. Quello che resta dopo 10 anni di lavoro, e 20 di esperienza, è una grande amarezza per il trattamento ricevuto e per le promesse non mantenute. Incontro ancora oggi persone convinte che tutto sia stato appianato e questo accresce la mia rabbia e lo scoramento».

LA RISPOSTA
Rassicurazioni erano arrivate anche dall'amministrazione. «Dopo avere avuto l'onore di una telefonata del sindaco Sergio Giordani il 23 marzo scorso che assicurava una soluzione dicendomi che ci saremo risentiti dopo una settimana, cosa mai avvenuta, ho chiamato più volte la sua segreteria senza mai riuscire a parlargli e nessuna risposta è mai arrivata nemmeno alle tante mail inviate - continua Sartore - anche se mi aveva assicurato di aver preso a cuore la vicenda».
Del problema si è interessato anche l'assessore Andrea Colasio che, come spiega Sartore, si è dato da fare ma con scarsi risultati, almeno fino ad ora. «Voglio precisare che la collega ed io siamo due signore non più in verde età, entrambe sulla sessantina quindi lontane dalla pensione e senza nessun ammortizzatore sociale e con possibilità assai remote di un nuovo inserimento lavorativo. Nemmeno del verbale di accordo e conciliazione del sindacato al quale ci siamo rivolte e che è stato consegnato alla ditta appaltatrice, affinché fosse ritornato firmato, si sono più avute tracce - conclude Sartore - ricordo che era stata fatta anche una petizione con un considerevole numero di firme raccolte a nostro sostegno e ringrazio ancora i firmatari. Rimango, comunque, dell'idea, che è stata perpetrata una grossa ingiustizia sociale nei nostri confronti e sono convinta che non sia stato fatto tutto quello che era possibile».

Ultimo aggiornamento: 10:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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