Due anni di pandemia: aumentano ristoranti e bar, ma le discoteche sono in crisi

Sabato 13 Novembre 2021 di Mauro Giacon
LOCALI - In due anni di pandemia bar e ristoranti sono aumentati, ma le discoteche sono in crisi

PADOVA -  I pubblici esercizi rappresentano l’8 per cento delle imprese.

Ma come sono cambiati in questi dieci anni? E soprattutto come li ha lasciati la pandemia? La risposta è che il sistema è rimasto sui valori del 2019, ma è anche vero che è appeso a un filo. Un’altra zona rossa ad esempio lo metterebbe in ginocchio. È quasi come se gli imprenditori avessero tenuto botta fino ad ora fidando nella loro capacità di resilienza. Ma i debiti ci sono, i prestiti del governo vanno restituiti e se la società non riparte non si guadagna. Dunque non basterà più quella capacità di reinventarsi cambiando anche tipologia di servizio che è stata quella che fino a questo momento ha salvato i più. Con una eccezione. Il comparto delle sale da gioco e delle discoteche, in vera sofferenza.


È la fotografia scattata da Infocamere e presentata ieri in Camera di Commercio davanti al presidente Antonio Santocono, al presidente Ascom, Patrizio Bertin, al vicepresidente dell’Appe, Matteo Toniolo. I numeri sono stati illustrati da Serafino Pitingaro di Infocamere. Nell’arco di dieci anni si è passati dai 1.879 bar e ristoranti ai 2.161 di adesso. Mentre le discoteche e le sale giochi sono passate da 96 a 62. Gli addetti salgono da 6mila a 7.670 nel primo comparto. Calano da 187 a 148 nel secondo. «Diciamo che abbiamo assistito a una crescita importante fra il 2010 e il 2017 poi il trend si è stabilizzato. Qualcosa si è perso nel 2020 ma adesso è cominciata una vivace ripresa».
 

2019-2021
Ma è il dato degli ultimi tre anni quello che conta di più. Bar e ristoranti sono calati solo di 11 unità nel 2020 e poi sono aumentati di 52 quest’anno. C’è da dire però che stiamo parlando del saldo iscrizioni-cessazioni. E non sappiamo quante delle imprese iscritte siano inattive. In generale però c’è un dato confortante. «Cresce l’occupazione, crescono catering e gelaterie, mentre la forma giuridica che raddoppia sono le srl frutto del passaggio da imprese individuali. È come se il sistema si stesse strutturando meglio» ha detto Pitingaro. Lo si vede, ha suggerito, anche dalla tipologia. «Pub e birrerie flettono mentre ristoranti e pizzerie salgono. Molti bar senza somministrazione inoltre si riconvertono. Insomma l’esercizio con il posto a sedere è il favorito, insieme a un’altra tipologia, quella dell’asporto. Nei primi 9 mesi del 2021 addirittura si vede una lieve ripresa delle sale da gioco».
 

I COMMENTI
Il presidente padovano e veneto di Ascom Confcommercio, Patrizio Bertin: «Si vede chiaramente come la pandemia ha trasformato la città e gli addetti hanno risposto alla crisi cercando la qualità, quella che occorre a una città che ha appena ricevuto il sigillo dei due siti Unesco. Credo che questi dati vadano nella giusta direzione, almeno da parte degli imprenditori che hanno deciso di non mollare».
L’analisi del vicepresidente Appe, Matteo Toniolo: «La pandemia ha posto gli imprenditori davanti a una scelta. Chi non cambiava era destinato a sparire. Abbiamo visto così come si sono sviluppati i take away e i delivery anche in strutture più grandi. I più piccoli invece non l’hanno fatto. Ma c’è tutta una serie di interventi sia di iniziative personali che guidati dall’associazione che sono stati messi in atto. Ad esempio alcuni hanno fatto contratti speciali per il fine settimana, altri hanno chiamato giovani extracomunitari che hanno voglia di integrarsi. L’Appe infine ha formato gli associati su aspetti particolari, come i gruppi di acquisto o il miglioramento dell’operatività sui social network».
«Questo attegiamento si rispecchia sull’indagine Ipsos che la Camera ha fatto sulle aspettative delle piccole imprese» ha concluso il presidente Santocono. «Queste ultime risiedono prevalentemente nelle possibilità di crescere sul mercato nazionale, di accelerare il processo di digitalizzazione della propria attività, di vedersi semplificate le procedure burocratiche, di assistere alla crescita dei consumi legati al turismo e ai prodotti made in Italy e infine di accedere con facilità al credito. La ripresa è superiore alle aspettative anche in quella del commercio che ha sofferto più di altri settori come il divertimento che pagato lo scotto con discoteche e sale giochi. Abbiamo il dovere di continuare a offrire un supporto alle aziende verso la digitalizzazione, nei settori dell’istruzione e della formazione e di guidarle nella transizione ecologica e nell’export».

Ultimo aggiornamento: 14 Novembre, 10:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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