Nel Padovano. Banda delle rapine finisce a processo: svaligiate banche, sala giochi e gioielleria

Prima di entrare in azione rubavano le macchine, tutte Fiat Punto prese tra Padova e la provincia di Vicenza

Martedì 8 Novembre 2022 di Marco Aldighieri
La rapina alla gioielleria

MONTEGROTTO - In cinque sono finiti a processo, davanti ai giudici del Tribunale collegiale, accusati a vario titolo di rapina e di furto. Tra il marzo del 2013 e il giugno dello stesso anno, secondo l’accusa rappresentata dal pubblico ministero Giorgio Falcone, avrebbero messo a segno quattro colpi. Inoltre, per poi scappare una volta arraffato il bottino, avrebbero rubato quattro auto tutte Fiat Punto tra Padova e Vicenza. Si tratta di Monica Bernadotto 51 anni di Vigodarzere, Maria Fiorello Girotto 63 anni anche lui di Vigodarzere, Pasquale Russo 63 anni di Napoli, Vincenzo Russo 61 anni di Padova e Antonio Mennella 45 anni di Casoria in provincia di Napoli.

Sono già usciti di scena, giudicati con riti alternativi, altri due componenti della banda.

I colpi

La prima rapina è del 29 marzo 2013 ai danni della filiale della Banca Antonveneta di Montemerlo di Cervarese Santa Croce. Quel giorno avrebbero agito in quattro e due anche armati di pistola. Una volta all’interno dell’istituto di credito avrebbero minacciato due dipendenti e due clienti costringendoli ad entrare nel bagno, per farsi consegnare 43.700 euro in contanti. Poi i banditi sarebbero fuggiti a bordo di una Fiat Punto, rubata due giorni prima, a Vicenza. Circa un mese più tardi, il 22 aprile del 2013, tutti e cinque gli imputati avrebbero partecipato alla rapina ai danni della sala giochi “Nevada” di Abano. Una volta penetrati nella struttura, con una pistola e due coltelli, avrebbero minacciato un dipendente e due clienti chiudendo anche loro nel bagno. I banditi si sono poi dati alla fuga con 27.500 euro a bordo di una Fiat Punto rubata tre giorni prima a Grisignano di Zocco. Tre della banda sono anche accusati della rapina alla banca Antoveneta MPS di Caselle di Selvazzano del 14 giugno del 2013. Anche in questo caso stessa dinamica dei due colpi precedenti: una volta all’interno della filiale armati di una pistola e due coltelli hanno minacciato un dipendente e due clienti chiudendoli nel bagno. Quindi sono scappati con oltre 16 mila euro a bordo di una Fiat Punto, rubata una settimana prima a Grisignano di Zocco.

In gioielleria

Il colpo più violento, a cui avrebbero partecipato tutti e cinque gli imputati, è quello del 13 maggio del 2013 ai danni della gioielleria “Orogiò” di Montegrotto. I banditi una volta entrati nel negozio, armati di pistola, hanno avuto una colluttazione con marito e moglie titolari. Ad avere la peggio è stato l’uomo, colpito al volto con il calcio della pistola. I malviventi sono scappati con un bottino di 300 euro in contanti e gioielli per un valore di 85 mila euro, a bordo sempre di una Fiat Punto rubata a Padova due giorni prima. I coniugi gioiellieri, che poco dopo hanno chiuso l’attività, si sono costituiti parte civile con l’avvocato Michela Lupi Junior.

I carabinieri sono riusciti a incastrare la banda, circa un anno dopo, grazie alle testimonianze di alcune vittime e con le immagini registrate dei sistemi della videosorveglianza. Gli inquirenti però non sono riusciti a recuperare la refurtiva, come nel caso dei preziosi rubati in gioielleria di cui si sono perse le tracce. 

Ultimo aggiornamento: 07:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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