Scosse la piccola Yara fino ad ucciderla: baby sitter latitante condannato a 16 anni

Venerdì 12 Novembre 2021 di Marco Aldighieri
La piccola Yara Hamouda

SAN MARTINO DI LUPARI - La pena è diventata definitiva ed è scattata la caccia all'assassino della piccola Yara. Eughenii Tripadus, moldavo di 31 anni, è fuggito in patria e di lui si sono perse le tracce.
Ma adesso è stato emanato un mandato di arresto europeo (Mae) nei cuoi confronti, e potrebbe anche essere fermato e poi tradotto in Italia dalla stessa polizia moldava dove lo attende la detenzione in carcere.

Sempre che si sia veramente rifugiato a casa sua.

ITER PROCESSUALE
I giudici della Corte d'Appello di Venezia, ancora nel settembre di due anni fa, hanno ridotto la pena, da 18 anni a sedici anni, a Tripadus colpevole di avere tolto la vita alla piccola Yara Hamouda di soli nove mesi, per averla scossa con forza. Lo straniero non ha mai scontato un solo giorno di carcere. Tripadus non ha presentato ricorso in Cassazione e così la pena è diventa definitiva. Se venisse arrestato dovrebbe scontare la detenzione in Italia.

I FATTI
Lo straniero all'ora di pranzo di giovedì primo settembre di cinque anni fa a San Martino di Lupari, ha preso in braccio la neonata e l'ha scossa più volte con insistenza per cercare di farla smettere di piangere.
Era dal 9 luglio del 2016 che faceva il baby sitter a Yara e alle sue sorelle, mentre i genitori erano al lavoro. Il giovane moldavo ha poi chiesto aiuto ad alcuni vicini di casa. Una donna entrata nell'abitazione ha trovato la piccola a terra, dal naso le colava del sangue. Poi sono intervenuti i carabinieri e da quel momento sono scattate le indagini.
La bimba è giunta al pronto soccorso di Pediatria a Padova in condizioni disperate. A incastrare il moldavo è stata l'autopsia effettuata sul corpicino della piccola Yara e le testimonianze dei medici che l'hanno soccorsa. La bambina secondo Tripadus si stava soffocando per avere rigurgitato del latte, ma le vie aeree della neonata sono state trovate libere dal latte e dal vomito.
La bimba presentava una vistosa ecchimosi sulla fronte e molteplici danni agli organi interni causati dallo scuotimento, meglio conosciuto come il baby shaking. Il pubblico ministero ha sottolineato: «Yara era arrivata in ospedale devastata». Di fatto la piccola era stata ricoverata già in coma profondo e il 2 ottobre, un mese dopo, è morta. Toccanti erano state le prime parole pronunciate dal pubblico ministero Roberto Piccione, nell'aula della Corte d'Assise di Padova, per introdurre la requisitoria: «Yara non potrà più essere coccolata da mamma e papà. Non potrà più crescere e non potrà più giocare perché è stata uccisa». Presente, al primo grado di giudizio, c'era il padre della bambina che ha pianto disperato per tutta l'udienza.
 

Ultimo aggiornamento: 17:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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