Badante positiva al Covid, l'anziana di 88 anni costretta a cambiare casa

Sabato 15 Gennaio 2022 di Si.Mo.
Badante positiva al Covid, l'anziana di 88 anni costretta a cambiare casa

PADOVA - «Non siamo sicuramente i soli ad esserci trovati in questa situazione. Ma non si sa cosa fare». A parlare è la figlia di una padovana di 88 anni. La situazione a cui si riferisce è il tampone positivo della badante dell'anziana. Una donna che necessita di cura, aiuto e che non poteva stare chiusa in casa da sola a trascorrere l'isolamento fiduciario. «Lo abbiamo scoperto il 24 dicembre - racconta la figlia - L'assistente familiare di mia mamma, che vive assieme a lei, ci ha detto che aveva fatto un tampone e che il risultato era positivo. Mia mamma, la vedova di mio fratello e io dovevamo restare in quarantena ma mia mamma non poteva restare a casa sua visto che c'era la badante positiva. Una delle due doveva trovare una sistemazione».

La donna ha un lieve disturbo cognitivo per cui perde la memoria a breve termine e non può restare sola.


Badante positiva: cosa fare?


All'inizio i familiari hanno cercato una struttura dove potesse essere assistita ma non ne hanno trovate. Così come non hanno trovato posti dove la badante potesse trascorrere l'isolamento in attesa di guarire dal Covid. Si sono rivolti anche alla Cgil per chiedere aiuto. «Mia cognata ha ospitato la mamma, hanno fatto la quarantena assieme, mentre io per tutelare mio marito mi sono chiusa in una stanza di casa mia continua la figlia È stato un po' un trambusto, si svegliava di notte e chiedeva di casa sua. Quando sono andata a fare il primo tampone all'ospedale Ai Colli, il 26 dicembre, ho fatto la coda per cinque ore e mezza. Abbiamo trascorso le feste così, diciamo che abbiamo giocato molto a tombola. Noi tre siamo sempre state negative, siamo tutte vaccinate e anche la badante, anche lei vaccinata, si è ripresa e sta bene. Ci ha ringraziato tanto, è una persona di cui ci fidiamo, con regolare contratto. Però penso ai disagi che comunque ci sono stati e a chi magari non ha potuto trovare una soluzione come la nostra. Ci sono situazioni di marginalità che dovrebbero essere prese in considerazione. So che i servizi sociali sono già tanto impegnati ma magari andrebbero rafforzati proprio per riuscire a rispondere a tutte le esigenze dei cittadini».


Cosa dice il sindacato


Di anziani che vivono con badanti a Padova ce ne sono e con l'aumento dei contagi potrebbero essercene diversi nella stessa situazione. «La pensionata padovana che ci ha segnalato questo grande disagio ha provato a contattare alcune strutture per capire se fosse possibile ospitare l'assistente familiare in quarantena - commenta Elena Di Gregorio, segretaria dello Spi Cgil del Veneto - ma non c'è stato nulla da fare dato che non esistono realtà in grado di svolgere questo servizio. L'anziana invalida naturalmente ha sofferto di questo trambusto ma per fortuna alla fine tutto si è risolto per il meglio senza conseguenze peggiori. Crediamo che le amministrazioni locali e la Regione dovrebbero fare qualcosa per affrontare anche situazioni di questo tipo perché le persone coinvolte sono in assoluto quelle più fragili, perché molto anziane e non autosufficienti. Necessitano dunque prosegue di protezione e di interventi mirati. Sarebbe necessario individuare strutture in grado di dare ospitalità quantomeno all'assistente familiare positiva o a contatto con soggetti contagiati in modo da isolarsi per la quarantena. È chiedere troppo?».

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