MONSELICE - Il parabrezza sfondato, gli interni danneggiati, i poggiatesta buttati a terra e il perno del tergicristallo rotto: tutto per fare una “storia” su Instagram del loro Capodanno pazzo. Non poteva credere ai suoi occhi Ottorino Brunazzo, che ogni giorno apre e chiude i campi da calcio de La Rocca, quando ha visto la rete di recinzione tagliata con delle cesoie e il vecchio Ducato, con tanti chilometri sulle ruote, vandalizzato la notte di San Silvestro. Solo qualche ora prima, il custode aveva fatto un giro prima di chiudere ed era tutto a posto.
I vandali avevano come obiettivo proprio il pulmino che, fino a pochi mesi fa, aveva scarrozzato le squadre giovanili per tutta la provincia e da poco era stato dismesso, anche se per lui era pronta già una seconda “vita”, al servizio della parrocchia.
E così, immortalata in una foto la “brutta sorpresa” giusto a inaugurare l’anno, Brunazzo l’ha inviata ai dirigenti della società.
LA FOTO
Un tassello dopo l’altro, la pista ha portato ad una “storia” pubblicata su Instagram da un minorenne del posto. Immortalava cinque ragazzini a bordo del Ducato e seduti sulla cappotta, alcuni di loro incappucciati, altri che mostravano il dito medio in segno di sfida. Quasi tutti con lineamenti da bambini, che giocano a fare i “dannati” con espressioni da duri e gesti in voga nei famigerati trapper. Contando il fotografo, fanno otto teenager: baby-vandali usciti di notte per festeggiare in modo “alternativo” l’arrivo dell’anno nuovo.
Le storie di Instagram durano 24 ore, tempo più che sufficiente a scattare uno screenshot e renderle eterne. Nel web non c’è niente di effimero: tutto lascia una traccia e può diventare prova da esibire in giudizio. Ma forse chi l’aveva pubblicata credeva di essere al di sopra del bene e del male.
GLI AUTORI
La Rocca schiera 20 squadre e oltre 300 atleti tesserati, con età che vanno dai pulcini ai grandi della prima squadra: un bacino in cui trovare informazioni è relativamente facile. Anche sotto i cappucci o i berretti di lana, riconoscere le persone non è difficile. E sono almeno tre i nomi che girano e che definirebbero con certezza pressoché assoluta buona parte dei componenti la “gang del pulmino”. Sarebbero ragazzini residenti a Monselice, appartenenti a famiglie senza disagi economici. Giovani non ai margini, ma già abituati a bravate. Qualcuno afferma che tra alcuni ci sia anche chi, lo scorso settembre, si era introdotto all’ex Italcementi e messo a segno altri atti vandalici. L’indizio che porta a questa ipotesi è prettamente geografico: la vecchia cementeria è a poche centinaia di metri in linea d’aria dai campi de La Rocca. Sempre loro, qualche mese fa, si divertivano a infilare grossi petardi nelle cassette delle lettere in quartiere Carmine.
LE REAZIONI
È esterrefatto Davide Penello, componente del direttivo societario: «Questa non è una bravata, ma un atto di vandalismo vero e proprio, un gesto premeditato. Dopo aver danneggiato il pulmino, si sono immortalati con il “trofeo di guerra”. Così giovani e già sono vandali seriali». Il dirigente parla di vera e propria emergenza educativa: «Dobbiamo aprire una riflessione tutti insieme, ma prima di tutto i ragazzi devono pagare». Tanto più che quel Ducato, all’apparenza finito, era già destinato alla parrocchia del Redentore, dove don Damiano lo aspettava per portare i ragazzi in campo scuola. Stempera i toni il presidente Claudio Finesso: «Siamo amareggiati. È stato preso di mira un bene esposto alla pubblica fede, in spregio a tutti i sacrifici che facciamo per mantenere i mezzi e le strutture».
Da parte del sindaco Giorgia Bedin si leva un monito: «Serve la collaborazione di tutta la comunità educante, ma ai responsabili non farebbe male qualche lavoretto socialmente utile».