Ragazzini picchiati a sangue e rapine, il capo della banda ha 16 anni

Martedì 25 Maggio 2021 di Eugenio Garzotto
Baby gang in azione (foto di repertorio)

MONTEGROTTO - Tre adolescenti malmenati e rapinati da una baby-gang guidata da un 16enne che, con il falso pretesto di un quantitativo di droga da recuperare, prima cercano senza successo di estorcere loro del denaro e poi li derubano di una catenina d'oro e di una bicicletta. Il grave e sconcertante episodio è stato al centro di una indagine dei carabinieri della stazione di Montegrotto Terme che ha portato all'individuazione dei quattro componenti della banda e alla loro denuncia per i reati di estorsione e rapina in concorso.
A finire nei guai, oltre al 16enne di Torreglia alla guida del gruppetto, due 17 anni e un 20enne nato in Marocco, residenti a Padova.

L'episodio risale a un mese fa. Quando il quartetto si avvicina minaccioso ai tre ragazzini, tutti 17enni. Il più giovane della gang ne prende subito di mira uno, accusandolo di avergli rubato della droga e pretendendo in cambio tutto il denaro che ha con sé a titolo di risarcimento per quel furto. La giovane vittima dell'estorsione cade letteralmente dalle nuvole: di quella storia non sa infatti assolutamente nulla e non ha mai avuto a che fare con sostanze stupefacenti. Né ha intenzione di cedere alla pretesa.

AGGRESSIVI

Le sue proteste non fanno però che peggiorare la situazione. L'atteggiamento dei quattro si fa infatti più aggressivo, i toni si alzano e alla fine partono i primi spintoni. Nella zuffa vengono coinvolti anche i due amici del ragazzino minacciato, anche loro spaventati da quanto sta accadendo sotto i loro occhi e che non riescono a comprendere. E verso i quali, a quel punto, si sposta l'attenzione della banda: a uno dei due viene strappata la collanina d'oro, all'altro viene tolta rapidamente di mano la bicicletta. Quindi il quartetto si dà velocemente alla fuga, facendo perdere le sue tracce. 
I militari vengono subito informati dello sconcertante episodio. Ai carabinieri, il primo dei giovani aggrediti ribadisce che quell'accusa di avere rubato della droga è falsa. La circostanza, nel corso dell'indagine da parte delle forze dell'ordine, viene alla fine confermata. Quella della partita di stupefacente da restituire, oppure da rifondere con una somma di denaro, altro non sarebbe stata che una scusa per avvicinarli e derubarli di quanto possedevano, contando sulla rapidità dell'azione e sull'impossibilità per i tre ragazzi di reagire con prontezza. Le indagini proseguono e i carabinieri della stazione sampietrina imboccano presto la pista giusta, grazie anche alle descrizioni sufficientemente precise dei quattro aggressori fornite dalle tre vittime del raid. Alla fine vengono tutti individuati e denunciati. Non solo. Gli uomini in divisa accertano inoltre che ad architettare l'aggressione, con tanto di sceneggiata iniziale, è stato addirittura il più giovane della gang, il 16enne residente nel comune euganeo. Gli uomini in divisa recuperano anche la bicicletta e la collanina d'oro che vengono restituiti ai legittimi proprietari.

EPISODI

Non è il primo episodio del genere che, di recente, ha visto protagonisti a Montegrotto gruppi di giovani. Lo scorso marzo, una baby gang aveva minacciato in piena notte un tassista. Ne era nata una bagarre che aveva coinvolto sei persone. Sul posto, a poca distanza da Piazza Roma, nelle vicinanze nella sede municipale, era intervenuta anche una pattuglia dei carabinieri che erano riuscita a bloccare due componenti del gruppetto. Gli altri, all'arrivo dei militari, se l'erano data velocemente a gambe. I compagni dei fermati erano però poco dopo tornati indietro, riuscendo a liberarne uno quando già si trovava all'interno dell'auto dei militari. L'altro invece era stato immobilizzato e arrestato al termine di una zuffa con gli uomini in divisa nel corso della quale il comandante della pattuglia era stato colpito con una cinghia dei pantaloni arrotolata e usata a mo' di randello. 
 

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