Autonomi contro i Daspo del questore: il Comune concede la sala al centro Pedro

Martedì 16 Ottobre 2018 di Mauro Giacon
Autonomi contro i Daspo del questore: il Comune concede la sala al centro Pedro
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PADOVA - «Per noi i fogli di via sono carta straccia, e li violeremo». Il Centro sociale Pedro una volta andava in giro a sprangare in testa i consiglieri della Lega, oppure murava con cemento, mattoni e cazzuola l'ufficio dell'assessore all'Urbanistica. Stavolta ha pagato 54 euro per affittare una sala nel cuore del municipio. Con un obiettivo ambizioso. Farne una cassa di risonanza per la sfida all'amministrazione ma soprattutto al questore. Sono sei di loro infatti i primi beneficiari del daspo urbano, provvedimento che vieta l'ingresso a Padova e che il questore Paolo Fassari ha emesso per i fatti del 17 luglio 2017, quando gli attivisti ingaggiarono una battaglia nelle piazze con le forze dell'ordine che volevano separarli dai simpatizzanti dell'estrema destra impegnati a manifestare contro lo ius soli. Cinque sono veneziani, uno è di Vicenza.

FERVENTE CATTOLICO Tommaso Cacciari (nipote del filosofo, ed ex sindaco di Venezia, Massimo), uno dei colpiti dall'ordinanza, leader del centro sociale Morion, ha sfoderato un motivazione finora sconosciuta alla fenomenologia del No global: «Sono un devoto del Santo. Si vuole impedirmi di recarmi a pregarlo di liberarci dai fascisti come faccio tutte le settimane». Subito dopo da fervente cattolico ha spiegato che «dovrebbero darci una medaglia. Quelli festeggiano con le svastiche, imbiancano di schiuma i ragazzini neri... Noi abbiamo semplicemente difeso i valori dell'antifascismo. E la Costituzione. Invece il foglio di via è una pena già scritta. Non è come un processo nel quale mi posso difendere. Ma noi rivendichiamo ciò che abbiamo fatto». 
Il provvedimento, già in vigore, ha colpito Jacopo Borga (abita a Santorso, Vicenza), Jacopo Povelato, Nicolò Onesto, Andrea Occhipinti e Alberto Marsili. Tutti presenti ieri e ammoniti da questore e prefetto: «La violazione è un atto penale».

L'APPELLO E IL DIBATTITO Le dichiarazioni sono state supportate da un appello per la sospensione dei fogli di via. Lo hanno già sottoscritto il filosofo Umberto Curi e il sociologo Gianfranco Bettin. «Ci aspettiamo che questa Giunta sostenga le nostre motivazioni visto che abbiamo partecipato alla stesura di parte del programma di Coalizione civica», hanno chiosato i pedrini. Coalizione è un universo che va da Rifondazione ai centri sociali, 11 per cento alle comunali. Si è subito schierata in difesa della posizione, insieme ai consiglieri di maggioranza Daniela Ruffini, Stefano Ferro e Roberto Marinello. Silenzio invece dalle due assessore d'area. Le firme hanno avuto l'effetto di una deflagrazione in Comune. 
Scontato l'attacco delle opposizioni, anche sull'opportunità di concedere la sala. Ma, si difendono a Palazzo, è un fatto di democrazia, come dimostra la concessione della fornace Carotta, altra sala pubblica, a Forza Nuova. Coalizione in una nota spiega: «Vogliamo che sia la città di tutti. Qualsiasi provvedimento limiti la libertà di circolazione delle persone e leda i diritti della persona su basi politiche può rivelarsi pericoloso per la tutela della democrazia». Ma intanto il sindaco Sergio Giordani si dissocia insieme al suo vice Arturo Lorenzoni, che pure ha avuto il sostegno di Coalizione in campagna elettorale: «Ribadiamo la nostra ferma convinzione: ogni idea e ogni opinione va espressa nella legalità. Da amministratori che perseguono il bene della comunità è nostro dovere e volontà mantenere la più ampia fiducia, lealtà e collaborazione con tutte le istituzioni della città e con le forze dell'ordine».
 

Ultimo aggiornamento: 15:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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