PADOVA - Ha le ore contate il colpevole del danneggiamento di sabato scorso al bus, che è stato centrato da - probabilmente - un sasso scagliato dalla pensilina dal lato opposto, che ha distrutto un finestrino centrale. Gli investigatori della Squadra mobile hanno identificato il vandalo grazie alle immagini della videosorveglianza della zona, in particolare quelle riprese dalle telecamere della Banca d’Italia. E ora l’ultimo passaggio: dare un nome al volto individuato.
LA VICENDA
Dalle immagini già raccolte dalla Mobile si vede un gruppo di giovani assembrati davanti alla fermata del tram “Tito Livio”, sul lato della strada dalla parte della Banca d’Italia, uno dei luoghi preferiti dalle compagnie di giovani che vengono da “fuori” per prendere i mezzi che consentono loro di far rientro a casa nelle zone periferiche della città dopo un giro in centro storico. Da lì infatti raggiungono sia il Prato che piazza Duomo. L’episodio del 6 marzo è diverso dai due precedenti del 5 dicembre e del 22 febbraio: è successo in una via centrale, ben coperta dalla videosorveglianza cittadina. Fin da subito ha prevalso sulle altre l’ipotesi che ad agire sia stato il componente di una delle compagnie che si ritrova nella zona: uno ha lanciato l’oggetto contundente - probabilmente un sasso, che non è stato ritrovato - ma gli altri amici l’avrebbero “coperto”, rendendo difficoltosa l’individuazione del reale colpevole. Non un “attentato” volto a far del male o a spaventare, in cui rientrano invece verosimilmente i primi due episodi contro le linee 22 e 10, ma una bravata vera e propria a opera di qualcuno che forse nemmeno immaginava le reali conseguenze del suo gesto da spaccone davanti agli amichetti.
BRAVATE CON AUTORI DIVERSI
È sicuro, poi, che il “cecchino” degli autobus non è il 29enne padovano indagato dalla polizia locale per danneggiamenti nella zona di via Chiesanuova. Anzi, tutti i tre attentati agli autobus sono probabilmente opera di tre persone diverse e nemmeno collegate tra loro: molto probabilmente si tratta di emulatori del primo “tiratore”, quello del capolinea di Torre, su cui sembra che l’ Arma ormai abbia stretto il cerchio. Poi, cronologicamente, è arrivato il danneggiatore di via Chiesanuova, individuato dai vigili. In seguito, il secondo “attentato”, al 10, davanti al Cimitero Maggiore. Quindi, vuoi per la noia da lockdown, vuoi per una bravata dettata da chissà quale logica da “branco”, è arrivato quello contro il 13, in riviera Tito Livio.
Intanto, riguardo ai danneggiamenti con la fionda alle vetrine di zona Chiesanuova, nessuno, a parte il Mc Donald di Corso Australia ha presentato denuncia. Il bar Tinto lo farà nei prossimi giorni. Al vandalo, che abita in zona via Vicenza, sono stati addebitati sei episodi tra pensiline del bus e vetrine centrati con pallini d’acciaio lanciati con una fionda.
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