Auto e moto d'epoca se ne va da Padova, i leghisti: «Perdiamo un'altra eccellenza»

L'ex candidato sindaco Peghin: «Non possiamo permettercelo»

Sabato 30 Luglio 2022 di Alberto Rodighiero
Auto e moto d'epoca 2021

PADOVA - L'addio di Auto e moto d'Epoca fa salire sugli scudi il centrodestra, ma l'Ascom difende a spada tratta l'accordo con Bologna. Ieri pomeriggio, appena si è stato ufficializzato il divorzio tra Padovafiere e la società guidata da Mario Carlo Baccaglini, il primo ad intervenire è stato il senatore leghista Andrea Ostellari. «Chi giustifica questa svendita come uno scambio alla pari, spieghi alla città e soprattutto a commercianti e albergatori, quali eventi e manifestazioni riceveremo in cambio. La Fiera è un bene pubblico e dovrebbe realizzare un indotto per il territorio.

Non può essere usata per fare affari o, addirittura, penalizzare intere categorie economiche. Peccato che in città le brutte notizie non arrivino da sole - ha tuonato l'esponente del Carroccio - Insieme alla perdita della più importante manifestazione, avremo anche un Food Market all'interno del quartiere fieristico, in grado, questa è la nostra preoccupazione, di mettere in difficoltà le botteghe del centro e tutto il Consorzio Sotto il Salone. Il flop di Fico, proprio a Bologna, dovrebbe insegnare qualcosa a chi ha l'onere di gestire un patrimonio che è di tutti».

Peghin: «L'unica fiera di respiro internazionale»

Non ha nascosto la sua preoccupazione neppure il leader del centrodestra in consiglio comunale Francesco Peghin. «Padova non può permettersi di perdere anche questa eccellenza - ha scandito il noto imprenditore - Auto e moto d'epoca è l'unica manifestazione fieristica padovana di respiro internazionale. Perderla significherebbe confermare quel declino che la città sembra aver intrapreso ormai da qualche anno. Mi auguro che si possa fare ancora qualcosa per recuperarla». Ad andare giù durissimo è stato anche il consigliere leghista Ubaldo Lonardi da sempre in prima linea sui tempi legati al quartiere fieristico. «Baccaglini è stato costretto a lasciare Padova - ha detto il vicepresidente del consiglio comunale - Di fatto gli hanno ridotto in maniera drastica lo spazio a disposizione per la sua rassegna e non ha potuto far altro che andarsene. Un tempo a decidere sul futuro dell'ente fiera era anche il consiglio comunale che ora è stato completamente esautorato da questa funzione».
«Adesso, infatti, a decidere sono solamente il signor sindaco e il presidente della Camera di commercio che poi comunicano al presidente Rossi cosa bisogna fare - ha concluso - Hanno deciso di snaturare la fiera? Bene questi sono i risultati. Ora a festeggiare saranno gli albergatori e i ristoratori bolognesi che riceveranno in regalo ogni anno decine di migliaia di clienti. In tutta onesta, però, mi dispiace che, in questo dibattito, non intervengano mai i rappresentati delle associazioni di categoria».

L'Ascom in difesa

Associazioni di categoria che, però, difendono l'iniziativa presa da PadovaFiere. «Credo che il piano industriale sottoscritto con Bologna possa rappresentare un'opportunità per la città - ha detto infatti, il presidente dell'Ascom Patrizio Bertin - Ormai gli spazi per Auto e moto d'epoca non ci sono più, di conseguenza avrebbe poco senso che una manifestazione così importante rimanesse a Padova».
«Da quello che so ha concluso ora per la fiera si aprono prospettive molto interessanti. Con questa intesa si moltiplicano le manifestazioni e, grazie ai congressi, c'è la possibilità che le presenze in città si moltiplichino. Una circostanza che potrebbe rappresentare una grande opportunità per commercianti, ristoratori e albergatori. Rispetto a questa operazione, io sono ottimista perché potrebbe rappresentare un'occasione di rilancio per la città dopo due anni e mezzo di crisi a causa della pandemia».

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