Auto e moto d'epoca, Baccaglini: «A Padova è finita l'epoca delle grandi Fiere»

Domenica 16 Ottobre 2022 di Mauro Giacon
Auto e moto d'epoca, Baccaglini: «A Padova è finita l'epoca delle grandi Fiere»


PADOVA Questa sarà l’ultima, dopo 39 edizioni. “Auto e moto d’epoca” da giovedì a domenica in fiera è stata legata alla città per la passione di Mario Baccaglini, l’organizzatore padovano che oggi di anni ne ha 69. Ma dal 2023 la sua rassegna che richiama ogni anno 100mila visitatori dando un plus enorme ad alberghi e ristoranti, e una visibilità internazionale, approderà a Bologna, la terra dei motori. Il marchio era in proprietà al 50 per cento con Padova hall (la Fiera) che l’ha venduto incassando 2,5 milioni. L’altra metà è ancora sua fino al 2025 quando la comprerà Bologna.
Le istituzioni pubbliche, Comune, Camera di Commercio e Provincia, socie della fiera, hanno spiegato che il centro congressi ha cambiato il panorama. Spalmando i visitatori su tutto l’anno si guadagna di più, con meno spese. E l’albergo previsto con l’arena della musica sposterà ulteriormente la fonte di guadagno.
LA PROSPETTIVA
«Sono d’accordo - dice Baccaglini - Per costruire manifestazioni come la mia l’ente fieristico dovrebbe spendere milioni di euro per adeguare tutto il quartiere. E siccome oggi le aziende vivono lo stesso anche senza fare fiere sarebbe un investimento sbagliato. Poi varare nuove fiere nel senso di manifestazioni oggi è un rischio e se va bene si comincia a guadagnare dopo 5 anni. La strada giusta è fare fiere più piccole da 10mila metri alla volta costruendo una fiera-salotto, così la gente non si perde negli spazi immensi di Milano o Rimini e viene volentieri. Solo se cambia la fiera sopravviverà, bisogna adattare quel che si ha alla situazione economica».
PERDITA O GUADAGNO
Ma chi ci ha guadagnato? «Non è questa la domanda giusta. Bisogna chiedersi qual era la situazione meno dannosa per la città. Per preparare il quartiere alla mia fiera dovevano quasi smontare gli allestimenti di interi padiglioni. Per loro eravamo una rottura di scatole. E poi hanno venduto il padiglione 2 (all’Università ndr) quando io avevo un contratto per usarlo. Avrei potuto fare causa ma non sarebbe mai finita».
Non è stata l’unica incomprensione però. «Ricordo bene quando il traffico era intasato io chiedevo i vigili e loro li mandavano sì, ma per fare multe. E quell’anno che pioveva dentro i capannoni perchè non avevano sistemato il tetto. Ci sono state tensioni continue. Ho tenuto duro finché aveva un senso, ora vado via».
LA MIGRAZIONE
Bologna che cos’ha di più che noi non abbiamo? «Glielo dico subito. A parte tre uscite autostradali a ridosso e molti più parcheggi, quando ho incontrato Bologna Welcome, che è la loro organizzazione turistica mi hanno detto: «Il caro prezzi? Non si preoccupi compriamo noi 600 stanze per bloccare i prezzi. Questo significa fare marketing. Poi potrò ampliare i 100mila metri di Padova con altri 20mila metri dedicati alle moto. Zaia mi aveva detto di andare a Verona ma gli ho risposto che non c’era di meglio di Bologna anche perchè in futuro comanderanno solo le grandi società fieristiche».
I BIGLIETTI
Il biglietto del giovedì costerà 50 euro. «Per chi può comprare un’auto da 100mila euro non è importante il biglietto ma le condizioni in cui si trova per trattare. Vuole poca gente intorno e l’attenzione del venditore. In Europa il sistema me l’hanno copiato tutti. Del resto io tengo il costo a metro quadro molto basso e il mio guadagnano lo faccio con i biglietti, questa è una fiera che si contraddistingue per il mercato. Non è solo una vetrina, qui si espone per vendere. E siamo in assoluto i primi in Europa per varietà dei pezzi di ricambio. Sulla vendita per dare un’idea ci sono 240 privati quest’anno, erano 130 l’anno scorso. E se guardo alle prevendite che sono raddoppiate rispetto al 2019 la gente capisce».
 

Ultimo aggiornamento: 17:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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