Aumento dei prezzi dell'energia. Nove cittadini su 10 spaventati dal caro-bollette

Mercoledì 11 Maggio 2022 di Natascia Porcellato
Aumento dei prezzi dell'energia. Nove cittadini su 10 spaventati dal caro-bollette

La paura per il costo di gas ed energia elettrica fa 90. Secondo i dati elaborati da Demos per l'Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino, infatti, è questa la percentuale di intervistati di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della Provincia Autonoma di Trento che complessivamente si dichiarano molto (53%) o abbastanza (37%) preoccupati per il caro-bollette, mentre è il 10% che mostra poca (8%) o nessuna (2%) apprensione per l'aumento dei costi energetici.

Mentre procede la corsa del Governo alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico del Paese per sganciarlo dalla dipendenza verso la Russia, parallelamente proseguono anche i sostegni agli investimenti nelle fonti rinnovabili, il tentativo di semplificazione delle procedure autorizzatorie degli impianti di rigassificazione, il taglio di Iva e accise sui carburanti e i fondi per famiglie e imprese colpite dal rincaro del costo dell'energia.


Tutto questo, però, non sembra rasserenare l'opinione pubblica del Nord Est: è alta, infatti, la preoccupazione per l'aumento dei costi dell'energia a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi, tanto alta da coinvolgere nove intervistati su dieci. Il timore è trasversale a tutti i settori: infatti, coinvolge giovani (87%) e anziani (91%), uomini (88%) e donne (92%), chi ha un livello di istruzione basso (93%) e alto (90%), operai (91%) e imprenditori (80%), chi vive in Veneto (91%), Friuli-Venezia Giulia (87%) o a Trento (90%).

Quasi nessuno, dunque, sembra essere immune dalla preoccupazione per l'aumento del costo di energia elettrica e gas. L'ipotesi di imporre un taglio dei consumi, tuttavia, sembra dividere l'opinione pubblica dell'area: a dichiararsi favorevole a questa ipotesi, infatti, è il 48% dei nordestini. Come si caratterizza questo orientamento dal punto di vista sociale? Guardando al fattore anagrafico, possiamo vedere come, in linea generale, (quasi tutte) le diverse età non si discostino in maniera rilevante dalla media, segno che la divisione le attraversa tutte. L'adesione all'idea che sia imposto un taglio dei consumi raggiunge il 52% tra gli under-25, si attesta intorno al 50% tra coloro che hanno tra i 25 e i 34 anni e tocca il minimo tra quanti hanno tra i 35 e i 44 anni (37%). Torna al 50% tra quanti hanno tra i 45 e i 54 anni, si ferma al 47% tra gli adulti e arriva al 51% tra gli over-65. Considerando il titolo di studio, poi, emerge che l'ipotesi di imporre un taglio dei consumi raggiunge il 50% tra chi è in possesso della licenza elementare, si ferma al 43% tra quanti hanno conseguito la licenza media e si attesta al 52% tra chi ha un diploma o una laurea.


Dal punto di vista socioprofessionale, infine, l'idea che sia imposto un taglio dei consumi a tutto il Paese viene apprezzata in misura maggiore da casalinghe (61%) e liberi professionisti (53%). Intorno alla media dell'area, invece, si attestano impiegati (50%) e pensionati (48%). Meno adesione, invece, possiamo registrarla tra studenti (44%) e operai (41%), anche se i valori minimi sono osservabili tra disoccupati e lavoratori autonomi (entrambi 37%).

Ultimo aggiornamento: 12 Maggio, 10:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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