Attacco informatico ai 5 Stelle, studente a processo, ma Casaleggio medita il perdono

Mercoledì 10 Aprile 2019 di Gabriele Pipia
Attacco informatico ai 5 Stelle, studente a processo, ma Casaleggio medita il perdono
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Nell'agosto del 2017 attaccò la piattaforma Rousseau del Movimento 5 Stelle, dimostrandone tutti i limiti a livello di sicurezza. Ora il giovane hacker Luigi Gubello sta per presentarsi davanti al giudice. Inizierà infatti il 18 aprile il processo al ventottenne di Portogruaro (Venezia), studente alla facoltà di Matematica dell'Università di Padova, indagato dalla Procura di Milano per il reato di accesso abusivo a sistema informatico.
Gubello era stato ribattezzato hacker buono e alla fine dovrebbe cavarsela senza particolari conseguenze: negli ultimi mesi, infatti, da Milano è trapelata più volte l'intenzione di Davide Casaleggio, che gestisce la piattaforma, di ritirare la querela presentata nei confronti dello studente.
L'ATTACCO
Oltre un anno e mezzo fa Gubello riuscì ad introdursi con un attacco informatico nel sistema utilizzato dal Movimento 5 Stelle per le votazioni online e per le attività politiche. Usò il nickname Evariste Galois, matematico francese dell'Ottocento, e successivamente spiegò che agiva semplicemente per evidenziare le falle del sistema. «Questa pagina non è un attacco politico - si affrettò a scrivere dopo essersi introdotto nella piattaforma -. È stata pubblicata con il solo intento di dimostrare che i dati personali di molte persone erano ottenibili a causa di una vulnerabilità presente nel sito». Nulla a che vedere con gli attacchi di un altro hacker, Rogue0, che arrivò invece a pubblicare in un sito internet le mail e i numeri di telefono dei ministri Di Maio, Toninelli e Bonafede.
L'udienza è in programma al Tribunale di Milano davanti al giudice dell'undicesima penale. Lo studente è assistito dai legali Luca Carraro e Giorgio Mazzucato, che avrebbero già discusso con gli avvocati dell'associazione Rousseau sulla possibile remissione della querela. Se nell'udienza del 18 aprile ne daranno conto al giudice, il processo si chiuderà con un «non doversi procedere». Il diretto interessato per ora tiene la bocca cucita: «Sono fiducioso che tutta questa questione possa concludersi al meglio» si limita a dire il giovane.
LA PERQUISIZIONE
Luigi Gubello era stato sottoposto a perquisizioni sia a Padova che a Portogruaro nel febbraio del 2018 nell'ambito delle indagini della polizia postale, coordinate dal pm Enrico Pavone. Un anno fa la vicenda provocò anche dure reazioni politiche: «Preso l'hacker, adesso tocca ai mandanti» scrisse Luigi Di Maio poche ore dopo l'annuncio della polizia. «Siano presto individuati anche gli eventuali finanziatori delle opere criminali contro Rousseau» rincarò la dose Davide Casaleggio.
Chi lo conosce bene racconta che Luigi già quando era un ragazzino divorava i videogiochi e passava ore e ore su internet. Una passione viscerale, quella per i segreti della rete, che lo ha trascinato in questo guaio giudiziari. «Ma io l'ho fatto solo per testare la vulnerabilità del sistema, senza fini o motivazioni politiche» spiegò agli investigatori. Gubello avrebbe violato la parte tecnica del sistema, senza acquisire dati sensibili. Dagli accertamenti della polizia sarebbe emerso che il giovane, incensurato, non risulta vicino ad alcun ambiente politico.
 
Ultimo aggiornamento: 11 Aprile, 08:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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