Assunzioni, pesantissimo crollo: persi 22.500 posti di lavoro e 965 imprese

Sabato 17 Luglio 2021 di Mauro Giacon
Tabella con i posti di lavoro persi nel territorio Padovano

PADOVA - Anche le statistiche elaborate dal Comune e messe in rete ieri lo confermano. Per Padova città e il territorio il 2020 è stato un anno orribile. Si contano 22.500 assunzioni in meno e un saldo negativo di 965 imprese di cui 154 solo nel capoluogo. Sono due dei dati contenuti nel report pubblicato su padovanet che fotografano una situazione con più ombre che luci. Per fortuna però sembra che il quadro sia in netto miglioramento. Ma per capirne la portata bisogna vedere da dove si è partiti.
Intanto la disoccupazione che per il territorio padovano è stata del 6,4 per cento, più alta del Veneto (5,8) ma più bassa dell'Italia (9,2) per cento. Scorrendo i dati delle assunzioni si vede subito che siamo passati dalle 119.015 del 2019 alle 96.480 dell'anno scorso. Una circostanza particolare riguarda le assunzioni in agricoltura che hanno tenuto, da 7.650 del 2019 alle 7.550 del 2020. Per quanto riguarda il Comune se guardiamo le imprese operanti da un anno all'altro sono passate da 20.463 a 20.362. Curioso notare come le imprese con titolari stranieri siano addirittura aumentate passando da 2.489 a 2.495. Nel saldo la comunità che ha migliorato di più è stata quella del Bangladesh.
Se guardiamo infine alla dinamica delle imprese iscritte e cessate il saldo finale è meno 965.

Ma si distinguono nella classifica le perdite del commercio (667), delle costruzioni (242) e della ristorazione (244).

LA RIPRESA

Per fortuna la manifattura e gli investimenti trascinano la ripresa di Padova come testimonia Assindustria Venetocentro che unisce anche Treviso. È prevista più rapida nel 2021 (Pil +5,6%) rispetto alla media del Paese (+4,8%). E comincia a trasferirsi anche alla domanda di lavoro, sia pure in modo eterogeneo tra settori. Sono 15.230 le assunzioni programmate dalle imprese a giugno (52.840 in Veneto), che salgono a 36.670 nell'intero trimestre giugno-agosto (120 mila in Veneto), più di quelle registrate nel 2019. 
Tecnologie, misure di sostegno e rilancio, però, non bastano per rendere la ripresa duratura e stabile, senza i profili e le competenze di cui l'industria italiana e veneta in particolare hanno bisogno per realizzare la transizione 4.0, digitale e ambientale. Ingegneri e tecnici industriali, elettronici e informatici, laureati in matematica, fisica, in indirizzo chimico-farmaceutico, tecnici superiori Its. Sono queste le figure difficilmente reperibili o introvabili per circa il 60% delle aziende. In tutto il Veneto servono oltre novemila figure di questo genere e più di un quarto per le industrie di questa provincia.

LE FORZE

Servono forze fresche visto che in un decennio sono state perse 7.867 imprese. Alla fine del 2010 quelle attive in provincia di Padova erano 94.024 mentre nel 2020 siamo scesi a quota 86.157. I crolli più pesanti sono avvenuti nel comparto agricolo, nelle costruzioni e nel settore manifatturiero mentre le crescite più sostanziali le troviamo nei campi delle forniture di energie, dell'informatica e delle attività finanziarie e assicurative. La perdita padovana è del 8,4%, superiore al Veneto (-6,5%) e all'Italia (-2,5%).
 

Ultimo aggiornamento: 17:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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