Nessun furto di gioielli, assolta la capitana dell'Arma: dovrà essere reintegrata

Rosa Sciarrone, padovana, tre anni fa era stata sospesa dall'arma. L'accusa aveva chiesto 6 anni e 7 mesi per la sparizione di corpi di reato dalla cassaforte della caserma

Venerdì 3 Febbraio 2023 di Marco Aldighieri
Nessun furto di gioielli, assolta la capitana dell'Arma: dovrà essere reintegrata

PADOVA - L'incubo è finito per la capitana dei carabinieri Rosa Sciarrone di 38 anni. Originaria di Padova, dove vive la sua famiglia, da tempo era in servizio in Toscana. L'altro giorno il Tribunale di Massa l'ha assolta da tutte le accuse. La donna dell'Arma era finita a processo per i reati di peculato militare, falso ideologico, calunnia ai danni di un superiore commesso da pubblico ufficiale e anche calunnia nei confronti di un collega.

Quando il giudice ha letto la sentenza di assoluzione, attraverso la formula che la prova è incerta o contraddittoria, la capitana è esplosa in un pianto liberatorio.

Il pubblico ministero Marco Mansi aveva chiesto per lei una condanna a sei anni e sette mesi di reclusione.
L'avvocato della difesa, Stefano Gomiero, invece aveva sempre sottolineato durante il dibattimento che si trattava di un processo solo indiziario. E alla fine ha avuto ragione perchè il Tribunale ha sposato in pieno la linea difensiva.

Il tutto era iniziato nel settembre del 2017 quando Sciarrone, comandante del Norm della caserma Laplava di Massa, è stata trasferita più vicina a Verona, più vicina alla sua Padova.
Nel frattempo a Massa, a ricoprire il suo ruolo, è arrivato un nuovo comandante che ha dato l'ordine ai suo uomini di rimettere in ordine i corpi di reato sequestrati nelle varie operazioni e custoditi nella cassaforte del suo ufficio fino a pochi giorni prima della collega Sciarrone. Ed è durante questo controllo che i carabinieri hanno scoperto alcuni ammanchi.

Esattamente non hanno più trovato una ventina di gioielli e del denaro che erano stati sequestrati tra il 2012 e il 2016. E subito i sospetti si sono concentrati sulla capitana Rosa Sciarrone. Prima di tutto perché era stata lei l'ultima ad avere accesso diretto a quella cassaforte.

E secondo perchè nel 2016 era già stata sottoposta a un richiamo per la sparizione di altri corpi di reati e precisamente di nove preziosi. Ma come ha sottolineato il suo legale, durante l'arringa in aula, le chiavi della cassaforte erano appese nel suo ufficio. Morale, qualsiasi altro carabiniere avrebbe potuto prenderle per aprirla e rubare soldi e gioielli. Non solo, perchè è anche emerso che non era Sciarrone ad occuparsi del confezionamento o della restituzione dei preziosi, e nemmeno del versamento dei soldi sequestrati al Fondo di giustizia. Così la capitana è stata assolta. Tre anni fa era stata sospesa dall'Arma, ora con questa vittoria in aula dovrà essere reintegrata al suo lavoro di carabiniere.

Ultimo aggiornamento: 10:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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