Medici delle Unità Speciali di Continuità a disposizione dei profughi ucraini

Venerdì 18 Marzo 2022 di Gabriele Pipia
Medici delle Unità Speciali di Continuità a disposizione dei profughi ucraini

PADOVA - Un’emergenza nell’emergenza. Da un lato la pandemia e dall’altro la guerra ucraina. L’Ulss Euganea ha definito il piano di assistenza per tutti i migranti che scappano dalle bombe trovando riparo in provincia di Padova. I primi due passaggi sono stati mettere a disposizione un hub in Fiera e un’ambulanza fissa in stazione, per poi aprire le porte dell’ex ospedale di Monselice. Ora emergono i dettagli di un piano ben più ampio che comporta anche una rivoluzione nel personale impiegato. È tutto scritto in un documento inviato dal direttore sanitario Aldo Mariotto e dalla dottoressa Maria Chiara Corti, direttrice dei Servizi sociosanitari, ai direttori del distretto. 
La novità principale riguarda l’impiego dei medici Usca, unità speciali di continuità assistenziale: attualmente sono 120 ma la stragrande maggioranza dei contratti non verrà rinnovata. Da aprile ne rimarranno solamente 12 e si concentreranno anche sull’assistenza ai profughi ucraini. 
 

I DETTAGLI
Le Usca, perlopiù medici neolaureati, in piena pandemia si sono occupate delle visite a domicilio dei pazienti positivi e poi anche di vaccini e tamponi. L’accordo nazionale prevede una retribuzione di 40 euro l’ora, ma da aprile non ci sarà più lo stato d’emergenza e i fondi saranno decisamente meno. Ecco perché l’Ulss si prepara ad un maxi-taglio: da 120 diventeranno appunto 12. 
L’Ulss prevede di garantire un’attività di guardia medica diurna per i profughi ucraini in quattro sedi: Fiera di Padova, ospedale Ai Colli sempre a Padova, centro sanitario di via Marconi a Monselice e centro Socio Sanitario “De Rossignoli” a Camposampiero. «Si procederà a partire dal 1 aprile a definire con maggior precisione l’offerta di queste prestazioni ambulatoriali da parte dei medici Usca sulla base della domanda registrata nelle prime settimane di marzo» scrivono Mariotto e Corti. 
Lo scorso 3 marzo la dottoressa Corti aveva scritto in una nota ufficiale inviata ai distretti che l’offerta della guardia medica diurna sarebbe stata estesa «anche ad altri assistiti privi, per vari motivi, di medici di medicina generale o pediatri di libera scelta». I pazienti senza medico di base, infatti, in provincia di Padova sono oltre diecimila. Nel nuovo documento, però, questo aspetto sparisce: il piano assistenziale con le Usca è rivolto solo a profughi ucraini e ad altri stranieri temporaneamente nel Padovano. 
 

I NUMERI
Ad oggi sul territorio padovano sono presenti circa 800 profughi ucraini. Di questi, 104 sono nei Centri di accoglienza straordinaria. La prefettura sta allargando la rete dei Cas per reperire un maggior numero di posti. È attivo come punto sanitario (fino ad un massimo di 5 giorni) anche l’ex ospedale di Monselice che può arrivare a ospitare 150 persone. Nel caso in cui i posti dei Cas non bastassero, entrerebbero in gioco gli alberghi convenzionati: Federalberghi nel Padovano ha messo a disposizione 200 posti letto. Da una prima accoglienza spontanea in famiglia nella provincia di Padova si sta passando a un’accoglienza più strutturata.

 

Ultimo aggiornamento: 14:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci