Assalti ai bancomat del Nordest, in carcere sette giostrai

Sabato 28 Settembre 2019 di Alberto Beltrame
Assalti ai bancomat del Nordest, in carcere sette giostrai
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PONZANO -  I carabinieri del nucleo investigativo di Treviso li stavano tenendo sotto controllo da tempo. E dopo mesi di intercettazioni telefoniche e ambientali, pedinamenti e analisi delle telecamere degli sportelli bancomat fatti saltare in aria tra Veneto, Friuli e Alto Adige, hanno chiuso il cerchio. La banda stava ampliando gli orizzonti, esportando in Belgio le proprie tecniche con l'aiuto, stando a quanto emerso, di Radames Major, 66 anni, capoclan dei giostrai ai tempi della mala del Brenta e recentemente uscito dal carcere di Milano dopo aver scontato 30 anni di detenzione per 19 sequestri di persona (tra cui quello fallito di Luciano Benetton) e rapina.
 
Quattro i fermi di indiziato di delitto per furto aggravato e porto abusivo di esplosivo (questi i reati più gravi contestati), emessi dalla Procura di Padova, eseguiti martedì scorso nei confronti di altrettanti giostrai residenti tra Ponzano e Vedelago. A finire in carcere Emanuele Garbin, detto Teschio o Gobbo, 45enne di Vedelago (difeso dall'avvocato Giuseppe Antoniazzi), Jody Garbin, detto Poatto, 32enne di Ponzano e il fratello Vivian Johnny Garbin, 22enne di Ponzano (entrambi difesi dall'avvocato Fabio Crea), e Maicol Major detto Enscio o Ciccion, 35enne di Vedelago (avvocato Giovanni Gentilini). Eccezion fatta per Johnny, sono tutti soggetti già noti per reati specifici. Jody è considerato uno dei massimi esperti di marmotte, gli esplosivi utilizzati, in alternativa all'acetilene, per distruggere gli sportelli e arraffare i contanti. Condannato a 10 anni per 34 reati consumati tra il 2015 e il 2016, Jody Garbin è anche uno dei componenti del terzetto che nell'aprile 2017 venne intercettato a Vedelago dal vigilantes Massimo Zen, che aprì il fuoco contro l'auto del bandito in fuga e uccise il 36enne Manuel Major. I quattro sono accusati di aver messo a segno 7 assalti tra marzo e luglio 2019 per un bottino di quasi 400mila euro.
CHARLERO
II giostrai, secondo le accuse, stavano esportando le loro tecniche anche in Belgio. I carabinieri di Padova e Treviso, oltre a procedere con la perquisizione dei campi nomadi in cui vivono i 4 giostrai, hanno eseguito 5 Mandati di Arresto Europeo emessi dal Giudice istruttore del Tribunale del Re di Charleroi per gli stessi identici reati contestati alla banda. Due riguardano Jody Garbin e il fratello Johnny, gli altri tre hanno raggiunto invece Gjarvis Major (difeso dall'avvocato Giorgio Zecchin di Padova), Maurizio Brusadin, ex esponente di spicco della malavita trevigiana tra gli anni Ottanta e Novanta (difeso dall'avvocato Francesco Murgia), e soprattutto Radames Major, detto Marietto o l'egiziano (avvocato Crea), suocero di Jody e papà del defunto Manuel Major. Il boss, appena uscito dal carcere, avrebbe ripreso l'attività criminale occupandosi delle filiale belga del clan, dove sono stati consumati reati della stessa tipologia.
I COLPI
La maxi indagine inizia in primavera quando alle 3 di notte viene fatto esplodere lo sportello Postamat dell'ufficio postale di San Giorgio in Bosco, nel Padovano. A collegare i fili elettrici alla bomba di polvere pirica, secondo gli inquirenti, sono Jody ed Emanuele Garbin, (più una terza persona non identificata). Il colpo frutta alla banda, scappata a bordo di un'Alfa Romeo Giulietta rubata il giorno stesso a Loria, oltre 42mila euro di bottino. È solo l'inizio. Jody ed Emanuele, con altri due complici, un mese dopo, il 7 aprile, sono a Bolzano. Alle 2 di notte fanno saltare in aria il bancomat della banca Intesa San Paolo di Egna, ma i 14mila euro trovati all'interno dello sportello non bastano. E così due ore dopo sono a Fonzaso, nel Bellunese, davanti a un altro sportello Intesa. Esplosione, botto, e via con 65mila euro. Va ancora meglio un paio di settimane dopo. Emanuele, Jody e Johnny rubano una Bmw M3 a Trebaseleghe e alle 3 del 21 aprile sono a Porto Viro, davanti all'ufficio postale. È il colpo più ricco. L'assalto frutta loro la bellezza di 140mila euro. Po la banda si sposta nei mesi successivi anche fuori regione. Il 7 luglio, dopo un colpo fallito alle Poste di Majano, in provincia di Udine, manda in mille pezzi il Postamat di Porcia, nel Pordenonese, fuggendo con 56mila euro. Le auto usate per gli assalti sono sempre rubate, così come le targhe, cambiate più volte, applicate sotto il paraurti. Il 29 luglio, assieme ai tre, c'è anche Maicol Major. Rubano un'auto a Mestre, una Golf Gti, e si portano a Bolzano, a Cermes. Il colpo allo sportello della Raiffeisene Kasse fallisce, ma la banda si rifà mezz'ora dopo a Lana, sempre nel Bolzanino, dove l'ennesimo colpo frutta un bottino di 50mila euro. Gli indagati non sanno che sulle loro tracce ci sono già i carabinieri di Treviso e Padova, che oltre ad intercettare le telefonate, hanno piazzato delle cimici nell'auto di Johnny e a casa di Jody, oltre che in una zona di campagna a Ca' Sion. Ed è tramite le intercettazioni che sarebbe stato scoperto il collegamento con Charleroi (durante le perquisizioni nei campi nomadi sono state trovate schede telefoniche belghe), che ha aperto la successiva collaborazione con le autorità del Belgio. Sia i quattro fermi, che i 5 mandati d'arresto europeo, sono stati convalidati dall'autorità giudiziaria e tutti e 7 i soggetti indagati sono attualmente detenuti nei carceri di Rovigo, Treviso, Venezia e Padova.
Alberto Beltrame
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Ultimo aggiornamento: 11:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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