Santa Maria di Sala. Tangenti per la casa di riposo, gli arrestati si avvalgono della facoltà di non rispondere

L'accusa è di aver messo in piedi un giro di tangenti per l'acquisto di un terreno a Santa Maria di Sala dove costruire la nuova casa di riposo

Domenica 29 Gennaio 2023 di Nicola Munaro
Marcello Carraro, Carlo Pajaro, Ugo Zamengo, Mauro Cazzaro non rispondono al gip

VENEZIA - Cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia. Ciò che hanno fatto venerdì l'ex sindaco e ormai ex presidente del consiglio comunale di Santa Maria di Sala, Nicola Fragomeni, e il costruttore di Borgoricco, Battista Camporese, l'hanno replicato ieri gli altro quattro arrestati nella tangentopoli salese.

Scena muta

L'ex sindaco e adesso ex consigliere comunale di Santa Maria di Sala, Ugo Zamengo (avvocato Luigino Martellato); il costruttore di Trebaseleghe Mauro Cazzaro (avvocato Umberto Saracco); il dirigente comunale salese, Carlo Pajaro (avvocato Domenico Giuri) e l'architetto di Santa Maria di Sala, Marcello Carraro (avvocato Graziano Stocco), hanno tutti scelto la strada del silenzio avvalendosi della facoltà di non rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari di Venezia, Antonio Liguori, e del sostituto procuratore Federica Baccaglini. È lei a contestare ai quattro a cui vanno aggiunti Fragomeni e Camporese di aver messo in piedi un giro di tangenti per l'acquisto di un terreno a Santa Maria di Sala dove costruire la nuova casa di riposo.

Un'operazione immobiliare che «risulta essere vantaggiosa per tutte le parti» in causa, scrive il gip Liguori nelle 200 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare.

Le memorie

Come fatto da Camporese venerdì, solo Zamengo e Carraro ieri, dopo essersi avvalsi, hanno deciso di rilasciare spontanee dichiarazioni nell'attesa di leggere tutte le carte a cui aggiungere anche i due faldoni depositati venerdì dal pm che allungano i tempi dell'inchiesta sul sistema Fragomeni alle elezioni del 2022, cioè in tutto il suo periodo da sindaco. Zamengo ha ratificato davanti al gip le sue dimissioni da consigliere comunale. Ha poi detto di non aver mai chiesto né mai ricevuto soldi, mentre il suo legale ha depositato la richiesta di Riesame per uscire dai domiciliari. Carraro, descritto «sotto choc per quanto gli è accaduto», ha scelto invece la strada della memoria. Nelle pagine scritte di suo pugno, l'architetto ha chiarito la sua estraneità e la sua inconsapevolezza a eventuali promesse di denaro nei due affari dei terreni, tanto quello saltato quanto quello pronto ad andare in porto. Ha detto che il suo unico interesse era di ottenere un incarico progettuale, perché è il suo lavoro. E che gli unici introiti ai quali aspirava erano i compensi dovuti al pagamento della sua parcella. In più se le vendite fossero andate a buon fine avrebbe soltanto chiesto come già fatto una provvigione per aver fatto incontrare compratore e venditore. 

Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 00:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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