Centottantamila api per controllare l'inquinamento del termovalorizzatore

Giovedì 4 Maggio 2023 di Gabriele Pipia
Centottantamila api per controllare l'inquinamento del termovalorizzatore

PADOVA - «Non indosseranno una divisa, ma lavoreranno 24 ore al giorno». La società Hestambiente annuncia così il nuovo progetto che coinvolge 180mila api con l'obiettivo di analizzare l'impatto ambientale del termovalorizzatore padovano di San Lazzaro.

Perché proprio questi insetti? Le sostanze presenti nell'ambiente si accumulano facilmente all'interno degli alveari, sulle api stesse e sui loro prodotti come cera e miele rendendo facile il recupero di campioni altamente rappresentativi da analizzare. Le api sono inoltre considerate molto sensibili ai cambiamenti ambientali causati da agenti inquinanti e possono quindi segnalare subito, attraverso i livelli di produttività o l'aumento della mortalità, eventuali squilibri per l'ecosistema e per la salute umana. Con queste analisi sarà possibile valutare la presenza di agenti inquinanti come pesticidi, metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici, diossine e Pcb.


L'INIZIATIVA
Il progetto "Capiamo" è un monitoraggio volontario attivato da Herambiente (appartenente al Gruppo Hera e società controllante di Hestambiente) in collaborazione con Apicolturaurbana.it per aggiungere un livello di sicurezza ulteriore ai controlli già normalmente previsti per legge. La conduzione del termovalorizzatore richiede infatti un'articolata serie di controlli, fra cui i parametri delle emissioni al camino. I tre alveari posizionati nei giorni scorsi all'interno dell'impianto in zona Padova est, sul fronte del canale Piovego, integreranno le analisi già in campo.
«La scelta delle api come sentinelle ambientali discende dalle loro caratteristiche, per molti aspetti uniche e particolarmente adatte al biomonitoraggio - spiegano i promotori del progetto -. Si tratta innanzitutto di insetti facili da allevare. Vivono in colonie numerose e molto mobili sul territorio entrando dunque in contatto con un numero enorme di matrici ambientali molto diverse. Basti pensare che un'ape bottinatrice, deputata alla raccolta di nettare, visita in media duemila fiori al giorno. A questi si aggiungono l'acqua in diverse forme come pozzanghere e fiumi, rugiada, la resina degli alberi e l'aria.


LE TEMPISTICHE
Le api residenti nei tre alveari del termovalorizzatore, ognuno dei quali ne ospita circa 60mila, hanno iniziato già da qualche giorno il loro lavoro. Muovendosi in un raggio di 3-4 chilomeri dall'impianto coprono circa 2.800 ettari, visitando 40 milioni di fiori al giorno. Entro il prossimo giugno sarà effettuato un primo campionamento sulle api bottinatrici (per valutare gli inquinanti presenti nella peluria ed eventuali anomalie comportamentali) oltre che sul pan d'api, il primo prodotto dell'alveare. Dopo l'estate il monitoraggio sarà ripetuto, estendendo l'analisi anche ai prodotti successivi delle api: cera e miele. Ogni analisi sarà condotta nei laboratori accreditati e confluirà in un rapporto che sarà pubblicato in autunno. Nel 2024 il progetto di biomonitoraggio sarà ripetuto
«Il progetto non vuole solo essere un elemento aggiuntivo di sicurezza ambientale, ma anche uno strumento di trasparenza e confronto con la comunità, dal momento che daremo la massima divulgazione ai risultati - spiega Andrea Ramonda, amministratore delegato di Herambiente -. Si tratta di un'azione già sperimentata con soddisfazione in altri nostri impianti, perfettamente in linea con i valori della sostenibilità e del rispetto dell'ambiente su cui si fonda il nostro operato».

Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 14:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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