Padova. Antagonisti indagati, la manifestazione in piazza a loro sostegno: «I violenti siete voi»

I no global si sono organizzati con striscioni, musica e megafoni. Il tema trattato, con riferimento agli scontri di via delle Melette, è stato il diritto alla casa. Ma i pedrini hanno strizzato l'occhio anche all'area anarchica

Mercoledì 1 Febbraio 2023 di Marco Aldighieri
Padova, manifestazione in sostegno degli antagonisti indagati

PADOVA - La mobilitazione antagonista, a difesa dei diciotto compagni indagati, si è radunata alle 18 di ieri davanti al Municipio.

Sul Listòn, a un passo dal Pedrocchi e dal palazzo del Bo, sono arrivati in almeno 150 al grido «I violenti siete voi». Una protesta gridata contro polizia e carabinieri. I disobbedienti sono stati controllati dagli uomini della Digos e filmati dagli agenti della Scientifica. Poco più in là, in via Oberdan, sono stati posizionati due blindati del Secondo reparto mobile. Insomma, la forza dell'ordine c'era ma non è servita. Il sit-in è stato pacifico.

I no global si sono organizzati con striscioni, musica sparata a tutto volume e megafoni. Il tema trattato, con riferimento agli scontri di via delle Melette, è stato il diritto alla casa. Ma i pedrini hanno strizzato l'occhio anche all'area anarchica. "Per una società senza carcere no 41 bis". Questo uno dei cartelli con un chiaro riferimento alla lotta in favore dell'anarchico Cospito, già dilagata in diverse parti d'Europa. Obiettivo comune è fare fronte contro quella che i gruppi di estrema sinistra chiamano la repressione dello Stato. Insieme ai disobbedienti hanno portato la loro solidarietà ai 18 indagati anche i sindacalisti di Adl Cobas, alcuni esponenti dell'ex Cpo Gramigna (ora Levante), il gruppo Non una di meno e quello del Catai lo spazio sociale di confronto. «Ma quale aggressione ai carabinieri - ha dichiarato Francesco Sartori tra i portavoce del Pedro e finito anche lui tra gli indagati - non c'è stata alcuna violenza contro i militari. Anzi. Quel giorno il Pedro era aperto al pubblico perchè era di scena un evento. La pattuglia dei carabinieri è arrivata accanto all'entrata e i militari hanno gettato a terra un ragazzo. Così - ha proseguito Francesco - siamo intervenuti per aiutare il giovane. Dicono che eravamo quaranta o cinquanta. Ma per cortesia, ripeto quella sera c'era un evento e per questo c'era tanta gente. L'agire dei carabinieri ha invece provocato problemi di sicurezza. Comunque pure loro l'hanno definita una situazione confusa».

Francesco ha poi dato la sua versione dei fatti su quanto accaduto in via delle Melette. «Anche in questo caso - ha sottolineato il disobbediente - c'è stata una risposta violenta da parte della polizia. Invece sul diritto alla casa va aperto un dialogo e non adoperata la repressione. Quindi rigettiamo tutte le accuse a nostro carico - ha terminato Francesco - perchè la casa deve essere un diritto». Il sit-in è durato circa un'ora e trenta, alle 19.30 i manifestanti hanno piegato gli striscioni, messo via le casse della musica e i megafoni. In un primo momento sembravano intenzionati a sfilare verso la Prefettura, ma poi hanno deciso di rompere le fila almeno per il momento. Non senza lanciare il prossimo appuntamento: «Venerdì tutti a Mestre che c'è Adinolfi». Il fondatore del partito il Popolo della Famiglia inviso da tempo dalle frange antagoniste. 

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