Da Pojana a sex symbol (o quasi), Andrea Pennacchi si racconta: «Sono dentro un frullatore, ora studio»

Domenica 6 Novembre 2022 di Giambattista Marchetto
Andrea Pennacchi da Pojana a sexy poliziotto

PADOVA - Pennacchi di qua, Pennacchi di là. Tutti lo vogliono, tutti lo cercano, pure i suoi tweet vengono ripresi dai giornali come prese di posizione. E con la televisione è pure diventato un sex symbol (o quasi). Non manca l'ironia nell'approccio che Andrea Pennacchi ha al momento attuale «che gira come un frullatore» e già gli fa guardare come un ricordo lontano le poche ferie estive trascorse con la famiglia, tra una tournèe e l'altra. Ebbene sì, il guitto (come si autodefinisce) di Brusegana è ormai quasi una popstar. È tornato in tv con Propaganda Live su La7 nei panni del Pojana, ha ripreso i panni di Antonio Monte nella serie Petra con Paola Cortellesi, è nel cast di Tutto chiede salvezza su Netflix. Ieri, 5 novembre, al Trieste Science+Fiction l'anteprima del film Pluto di Renzo Carbonera, nel quale Pennacchi veste i panni del protagonista, mentre per metà novembre è prevista l'uscita del nuovo libro Shakespeare and me (edizioni People), nel quale tra il serio e il faceto racconta come il Bardo gli abbia cambiato la vita. E il 17 novembre l'Università di Padova l'ha invitato per uno speech nell'Aula Magna del Bo.
Pennacchi, sta diventando una star e i giornali raccontano pettegolezzi: dicono che avrebbe convertito la Cortellesi allo spritz.
«L'ha raccontato lei, in realtà le ho offerto al massimo un prosecco a fine riprese. A Paola piace però giocare su sta cosa dei veneti che bevono e poi i titolisti hanno fatto il resto. Ma è assolutamente morigeratissima».
È vero che si è trasformato in un sex symbol?
«Forse è un poco esagerato... La regista Mariasole Tognazzi ha voluto cambiare il mio personaggio. Antonio Monte doveva essere un vecchio poliziotto spampanato sull'orlo della pensione, ma pian pianino (con le magie di trucco e parrucco) l'hanno fatto diventare un credibile tombeur de femmes nella maturità. Il vecchio poliziotto di strada - un veterano che rispetto alla rocciosa Petra sembra morbido si innamora durante una crociera per single e pensa alle nozze. Petra fa la finta gelosa, perché rischia di restare senza il suo complementare».
Com'è iniziata questa stagione?
«Sono entrato in un frullatore. L'estate l'ho passata dividendomi tra pochi, preziosi giorni di vacanza con la famiglia e una tournée ampia, che mi ha portato a girare l'Italia con tutti gli spettacoli in repertorio. Adesso entriamo nel vivo dell'autunno: iniziamo con le repliche a teatro, esce il libro che ha scritto Giorgio Gobbo e io stesso sto per uscire con il mio nuovo libro Shakespeare and me. A novembre sarà al centro di un incontro con il pubblico al Teatro Verdi di Padova».
Come le ha cambiato la vita Shakespeare?
«Fondamentalmente mi ha riempito di storie migliori. Quelle che inseguivo prima non erano un granché, erano di seconda mano e di bassa lega. Con il Bardo è aumentata la complessità».
Nuovi progetti in cantiere?
«Son ripartito con Propaganda e in tv sto facendo molti provini, al momento ci sono vari le faremo sapere. Sto anche lavorando, ma con gran calma, a uno spettacolo nuovo. Sto studiando e mi sto documentando, sarà un racconto sul male».
Torna Shakespeare?
«Sì, ma sperando di riderci un poco sopra, perché non abbiamo bisogno di appesantirci ulteriormente».
Si annuncia un periodo politicamente caldo o freddo?
«È un periodo interessante. Se umanamente posso essere un po' in difficoltà, dal punto di vista del satiro è un momento ideale. Guerra, pestilenza, un governo di destra: tutto perfetto».
È più divertente un governo conservatore?
«Con un governo centrista o con un Draghi puoi giocare su alcune cose, ma il profilo di un tecnico rimane piuttosto basso e tende a smussare i toni. Quando trovi un governo che vuole dimostrare di esser di destra o di sinistra, hai molto più materiale. I politici stessi si espongono di più».
Come vede la pancia dell'Italia?
«Non sono troppo interessato alla pancia, perché come scrivevo in un tweet ironico conosco l'organo che dà voce alla pancia. Sono interessato a quello che spaventa e appassiona la gente una cosa che non sembra interessare i progressisti, i quali si limitano a prendere delle cause che funzionano negli Usa. Non vedo una tensione ideale e questo secondo me è un grosso problema. Ma per la satira è anche quello un gran bacino a cui attingere».
Da padre di famiglia è preoccupato?
«Sono un padre molto old style. Mia figlia è alle elementari e guardo al futuro con preoccupazione. Però non sono della scuola omioddio che futuro lasceremo... quando ero bambino c'era già tutto: la minaccia nucleare, la crisi petrolifera, i terroristi sparavano ai sindacalisti e mio papà era sindacalista. Non ho ricordi di prospettive meravigliose».

 

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 21:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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