Andrea Crisanti, scoppia un altro caso: «Non può stare in commissione»

Il senatore nel gruppo di esperti dell'Università di Padova che valuta l'assegnazione di un posto ad un nuovo docente

Martedì 1 Novembre 2022 di Angela Pederiva
Andrea Crisanti
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VENEZIA - Dopo lo scontro sullo stipendio, scoppia un altro caso sul doppio ruolo di Andrea Crisanti, da una parte accademico e dall'altra senatore. Secondo un parere pro veritate, lo scienziato non può più far parte di una commissione giudicatrice per una valutazione comparativa all'Università di Padova, chiamata all'assegnazione di un posto da professore di prima fascia, ora che è stato eletto a Palazzo Madama.

A causa dell'asserita incompatibilità, infatti, la procedura rischierebbe di essere impugnata e annullata.

LA VICENDA
Il bando in questione è quello emanato lo scorso 13 luglio, per la chiamata di 15 docenti, fra cui uno destinato al dipartimento di Medicina molecolare per il settore concorsuale di Microbiologia e Microbiologia clinica: «Il professore sarà chiamato a svolgere attività di ricerca nell'ambito della caratterizzazione dei meccanismi di interazione tra microrganismi ed ospite umano, nell'ottica della comprensione dei meccanismi coinvolti nello sviluppo di patologie ma anche nella realizzazione di azioni protettive. Dovrà inoltre sviluppare strategie terapeutiche innovative per il trattamento delle infezioni batteriche da germi antibiotico resistenti».
Il 28 settembre il Consiglio del dipartimento ha approvato la delibera che proponeva la nomina della commissione giudicatrice. Quest'ultima è stata recepita il 4 ottobre dal decreto della rettrice Daniela Mapelli, ufficializzando i tre ordinari scelti: l'interno Crisanti più due esterni, vale a dire Massimo Clementi dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano (noto al grande pubblico anche per essere il co-autore, insieme a Giorgio Palù, del libro Virosfera) e Pier Luigi Fiori dell'Università degli Studi di Sassari. Nel provvedimento veniva precisato che «i commissari sono tenuti alla verifica dell'insussistenza delle cause di incompatibilità e di assenza di conflitto di interessi».

LE DATE
È proprio quello che è successo. Risulta infatti che uno degli altri componenti designati abbia affidato una consulenza legale sul tema al professore e avvocato Fabrizio Figorilli, ordinario di Diritto amministrativo all'Università di Perugia, già pro-rettore ai tempi in cui Crisanti era docente dell'ateneo, incarico poi sfociato in un contenzioso vinto dallo stesso microbiologo per il suo parallelo incarico all'Imperial College di Londra. Nel suo parere, l'esperto cita il decreto legislativo 165 del 2001 che disciplina il reclutamento del personale nelle pubbliche amministrazioni, il quale prevede espressamente che i commissari «non ricoprano cariche politiche». Cruciali sono le date: il decreto della rettrice Mapelli è stato firmato il 4 ottobre, cioè nello stesso giorno in cui Crisanti «è stato proclamato eletto al Senato della Repubblica» nelle file del Partito Democratico, mentre la delibera del Consiglio di dipartimento era stata emanata il 28 settembre, cioè tre giorni dopo le Politiche.
Figorilli suggerisce la revoca dell'atto: «Appare preferibile che l'Ateneo che abbia nominato un proprio docente membro di una commissione giudicatrice provveda in via di autotutela, eventualmente anche su sollecitazione degli interessati che, con un'istanza nei termini sopra rappresentati, volessero sollevare la palese violazione di legge che verrebbe a determinarsi in assenza delle dimissioni/rimozione del commissario in parola. Ciò anche al fine di evitare un ricorso giurisdizionale che, in caso di un più che probabile accoglimento, sicuramente porterebbe al travolgimento dell'intera procedura selettiva».
Al momento ai vertici del Bo non sarebbe pervenuta alcuna nota al riguardo. «Ma qualsiasi parere arriverà, sarà ovviamente valutato», fa sapere l'Università.
 

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 21:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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