Il candidato Peghin: «Cambiare si può e quel treno passa domenica»

Giovedì 9 Giugno 2022 di Gabriele Pipia
Francesco Peghin è il candidato del centrodestra

PADOVA «Mi candido a sindaco e da oggi inizia la mia maratona più bella.

Quella per la città». Così parlava il 28 gennaio Francesco Peghin confermando le indiscrezioni che circolavano già dall’estate. Cinque mesi dopo l’imprenditore cinquantasettenne, patron del colosso di verniciatura Blowtherm, è arrivato all’ultimo chilometro. Vede il traguardo di Palazzo Moroni ma non sa ancora se potrà tagliarlo da vincitore. Di sicuro sa che è il momento della volata finale, quello in cui tirare fuori energie forse inimmaginabili all’inizio della corsa. Ha già inanellato una lunga serie di incarichi, dalla presidenza padovana di Confindustria a quella del Museo Musme. Ma ora sogna quello più importante. 


Francesco, ha appena denunciato di essere stato colpito con un pugno da un aggressore alla Festa dello Sport. 
«È stato un episodio di una violenza assoluta. Mi ha molto colpito anche perché eravamo in un luogo tranquillo, con moltissime persone e tante famiglie che discutevano e chiacchieravano in assoluta serenità. Spiace che in città ci sia un clima crescente di odio e ostilità. La maratona elettorale dovrebbe essere un momento in cui i padovani si confrontano sul futuro della città per poi scegliere liberamente il programma che ritengono più efficace». 


La campagna è alle ultime battute. Qual è il suo obiettivo? 
«Sto facendo gli ultimi incontri in un clima molto bello, grazie anche alla coesione che si è creata tra i candidati delle mie liste. Sono orgoglioso, siamo una bella squadra. Credo che i padovani, con l’entusiasmo che mi hanno trasmesso in queste settimane, abbiano compreso bene la Padova che possiamo costruire: più sicura, più attrattiva, più solidale e più green. L’importante adesso è andare a votare. Cambiare è possibile. Fermare il declino si può. Il 12 giugno Padova potrà rinascere. Diciamo basta a una politica che è solo gestione di potere e che denigra chiunque abbia una idea diversa».


Lei ha sempre detto di essere un profilo civico ma ora viene affiancato prima da Matteo Salvini e poi da Giorgia Meloni. Come vive questi arrivi in città?
«E’ naturale che tutti i leader nazionali della coalizione di centrodestra vengano a sostenere i candidati sindaci dei comuni più importanti, così come hanno fatto il governatore Luca Zaia e il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. Li accolgo con piacere, rimanendo tuttavia una persona indipendente. Non ho intenzione di nominare appena eletto come miei portavoce o strateghi dei dirigenti di partito come fatto 5 anni fa dal sindaco uscente. A differenza della coalizione che sostiene il Sindaco Pd e 5 Stelle, un assembramento che sta insieme solo per paura di perdere il potere, ma con visioni completamente diverse e incoerenti uno con l’altro. Noi siamo una squadra coesa che ritiene di mettersi a servizio della città». 


Lo scorso settembre il sindaco parlava di lei dicendo “Chicco è un amico”. Poi però in campagna elettorale lei non gli ha risparmiato attacchi personali. Siete mai stati davvero amici? 
«Ci conosciamo da molti anni con ottimi rapporti e i miei attacchi in campagna elettorale non sono mai stati rivolti alla persona di cui ho pieno rispetto, ma sempre e solo all’attività amministrativa e alle tante promesse fatte 5 anni fa e non mantenute. Il fatto poi che il sindaco uscente sin dal primo giorno abbia rifiutato ogni forma di sana e costruttiva dialettica, facendo denigrare da altri qualsiasi proposta venisse fatta, ha impedito l’esercizio della democrazia. Non si può amministrare una città chiusi dentro il palazzo senza considerazione per chi in città vive e lavora. Il danno così è stato fatto non a me, ma alle tante persone che credono nella partecipazione. Io sarò il sindaco di tutti».


Tre motivi per cui il vostro progetto si distingue davvero da quello del sindaco Giordani?
«Prima di tutto puntiamo a creare opportunità di lavoro per il futuro. Poi riteniamo prioritario mettere davvero i quartieri al centro, facendo in modo che non si sentano più delle periferie trascurate. E poi puntiamo finalmente a risolvere il problema dei parcheggi in centro e in tutta la città. Infine, ma non ultimo, il tema della sicurezza che non può più essere derubricato a mera percezione. Richiede azioni concrete di presidio del territorio e prevenzione con l’uso delle moderne tecnologie e con l’apertura di un presidio delle forze di polizia locale in ogni quartiere».


Tra gli altri candidati in pista c’è qualcuno che vede particolarmente affine a lei?
«Con tutti i candidati ci sono state occasioni di dialogo e di confronto nel rispetto reciproco e sono tutti persone molto per bene. Solo con un candidato pur conoscendoci non è stato possibile parlare». 


Quali considera i tre punti principali del suo programma?
«Sicuramente l’adozione del patto per lo sviluppo siglato con il ministro per lo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti per il rilancio della nostra città. Poi la valorizzazione degli studenti e dei loro talenti perché una città non può non investire nei suoi giovani. Infine il rilancio dei negozi di vicinato che sono il cuore pulsante dei nostri quartieri».


Un’opera che vorrebbe assolutamente realizzare nei suoi cinque anni da sindaco? 
«Sicuramente la nuova stazione. Deve essere restituita ai padovani e a chi per turismo o per lavoro arriva in città».


Parliamo del tram. Lei da sempre sostiene che virando sui bus elettrici i fondi statali non verrebbero persi, il sindaco invece dice il contrario. 
«La terza linea del tram per noi non sarà un tram su rotaia perché vedrebbe la luce tra molti anni e avrebbe un impatto devastante su alcune zone della città e sull’incremento del traffico. Noi realizzeremo la terza linea con l’innovativo bus elettrico a corsia riservata che tante città europee e italiane hanno già scelto. A luglio chiederemo al governo lo spostamento del finanziamento del Pnrr. Nessuna risorsa andrà perduta perché non vincolata alla rotaia, come al contrario era successo in passato».


Un altro tema caldo è quello dei parcheggi: immagina sia un grande parcheggio alla Prandina sia un park multipiano in piazza Insurrezione?
«Un grande parcheggio alberato all’ex Caserma Prandina, rigenerando uno spazio che la città aspetta da tempo, e un park multipiano in Piazza Insurrezione con un bel giardino fruibile dai padovani al posto delle automobili al piano superiore». 


Passando invece allo sport, quale sarebbe la prima cosa che farebbe per questo mondo? 
«Credo nello sport da sempre e voglio introdurre un voucher dedicato ai bambini e ai giovani».


Negli ambienti del centrosinistra circola sempre più questa tesi: “Oltre agli impianti di verniciatura Blowtherm l’altro grande business di Peghin è la sanità privata con le sue cliniche in Friuli, mentre noi puntiamo davvero sulla sanità pubblica”. Come risponde?
«Credo che nella scuola, come nella sanità, il privato rappresenti un ausilio e un complemento al fondamentale ruolo primario del pubblico».


Cosa contesta maggiormente a questa amministrazione?
«Avere amministrato in troppe cose come una monarchia, senza il reale coinvolgimento dei padovani che era stata una promessa e un impegno della scorsa campagna elettorale».


Cosa farebbe nel suo primo mese da sindaco?
«Dobbiamo costruire una città che stia dalla parte dei più fragili e per aiutare le persone in difficoltà ho dichiarato che rinuncerò totalmente al mio stipendio da sindaco, che rinuncerò ad avere un portavoce a carico della collettività e che devolverò in un fondo sociale i dividendi delle municipalizzate. Sei milioni di euro subito disponibili». 


Altri impegni?
«Intendo provvedere subito alla nomina di un consigliere delegato per la terza età e la disabilità. E infine avviare il piano strategico per il rilancio del turismo e del commercio di quartiere».


Ha annunciato la rinuncia allo stipendio ma i suoi oppositori la accusano: “Lo fa solo perché può permetterselo”. Come risponde?
«E’ un segnale dell’essere al servizio della città. C’è chi poteva permetterselo e non l’ha fatto e chi come il sindaco di Venezia l’ha fatto da subito». 


Cosa si porterà dietro anche a distanza di anni di questa campagna elettorale?
«La grande campagna di ascolto realizzata nei quartieri mi ha fatto sentire quanto i padovani vogliono investire forze ed energie per rendere la nostra città un luogo dove si sta bene e si vive bene. E poi lo spirito di squadra, la condivisione di un progetto comune con persone speciali, amici da sempre e amici che saranno per sempre».


Ma se diventerà sindaco gli assessori potrà sceglierli tutti lei o dovrà ascoltare i segretari dei partiti?
«Per me contano esperienza e competenza. Alcuni assessori li sceglierò personalmente, altri in accordo con la coalizione avendo sempre però io l’ultima parola».


Per chiudere, un messaggio agli elettori?
«Domenica andate ad esprimere il vostro voto, qualsiasi esso sia. Votare è un diritto, ma anche un dovere civico. Se non si va a votare poi non ci si può lamentare di come vanno le cose. Serve smettere di pensare che “tanto tutto rimane sempre com’è perché la politica non cambia le cose”. Per dare una svolta è decisivo andare a votare. I prossimi 5 anni saranno una storia tutta diversa con occasioni che passano adesso e non tornano più».

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