Alunno contagiato alla media Giotto, negativi al Covid 23 compagni e sette professori

Sabato 19 Settembre 2020 di Silvia Moranduzzo
Alunno contagiato alla media Giotto, negativi al Covid 23 compagni e sette professori
PADOVA - Allievo della media Giotto contagiato, dei 26 compagni che ieri mattina si sono sottoposti al test rapido nella sede dell’Ulss di via Temanza 23 sono risultati negativi, anche se restano ancora in isolamento. Per uno l’esito era dubbio e quindi è stato necessario il tampone, mentre altri due hanno deciso di sottoporsi al tampone in un’altra sede, quindi sono in attesa del risultato. I sette insegnanti che hanno fatto lezione in classe sono tutti negativi. La nascita di un focolaio, al momento attuale, è quindi scongiurata. Ma la vicenda ha fatto scoppiare il caos. Tanto da far emergere un dettaglio importante che potrebbe portare a sanzioni serie. «L’alunno contagiato ieri mattina (giovedì, ndr) era a scuola – racconta una mamma che ha accompagnato la figlia ad eseguire il test –. L’informazione della positività è arrivata alla scuola nel pomeriggio e alle famiglie in serata. Questo vuol dire che lo studente è stato mandato a scuola mentre era in attesa dell’esito del tampone, quando avrebbe dovuto rimanere in isolamento fiduciario. Ritengo che sia gravissimo, è stata messa in pericolo la salute pubblica. Cosa stiamo insegnando ai nostri figli?». 

SINTOMI
L’alunno positivo sembra fosse stato poco bene già il primo giorno di scuola. «Abbiamo chiamato i genitori che immagino abbiano parlato con il pediatra, il quale deve aver deciso di far fare il tampone – conferma una delle insegnanti che ora dovranno restare in isolamento –. Si sentiva giù di corda, un po’ fiacco ma nulla di preoccupante però è ovvio che se uno studente si sente poco bene lo facciamo venire a prendere. Il giorno dopo mi sembra fosse già a scuola. Comunque noi siamo tranquilli, abbiamo tutti le mascherine Fpp2, le visiere e i guanti e anche gli studenti indossano sempre la mascherina». Ora partirà la didattica a distanza per la classe che dovrà restare in isolamento ma i problemi non sono finiti per le famiglie.

ISOLAMENTO
«Ho un altro figlio che frequenta un’altra scuola – dice una mamma fuori dalla sede di via Temanza – .Mi hanno chiesto di tenerlo a casa per precauzione. Non mi è chiara questa cosa, se noi genitori non dobbiamo restare in isolamento perché il fratello che va in un’altra scuola non può più tornare in classe?». E in effetti la richiesta che è stata fatta non rientra nei protocolli che sono stati preparati dal Ministero. «Era proprio quello che temevo – risponde il provveditore Roberto Natale – . Noi facciamo i protocolli e poi subentra il “fai da te”. Se ci sono delle regole vanno rispettate, altrimenti si crea solo confusione. Vanno tenuti in isolamento i contatti stretti, in questo caso parliamo invece del contatto di un contatto. Di questo passo dovremmo chiudere già tutte le scuole, non ha veramente senso. Faccio un appello a tutti perché si rispettino le regole, non prendete iniziative che possono creare confusione e disagi ulteriori». Gli studenti dovranno restare a casa fino alla fine del mese e prima di tornare a scuola dovranno ripetere il test.

ISTITUTO DA VINCI Ad essere in subbuglio è anche l’istituto Da Vinci di via San Giovanni da Verdara ma non per un caso di positività, quanto per le proteste dei genitori di due sezioni che sono state accorpate. Negli anni la sezione B ha visto un calo degli studenti arrivando in terza ad avere 11 ragazzi. A maggio è stato detto ai genitori che le sezioni A e B sarebbero state accorpate, suscitando forti dubbi. «Nella nuova situazione creatasi con il Covid il fatto che le due sezioni avessero pochi alunni ci sembrava l’ideale – raccontano i rappresentanti dei genitori – . Metterle assieme avrebbe voluto dire formare una classe di 28 studenti. Così abbiamo scritto alla preside e all’inizio sembrava che ci fosse una speranza. E invece a ridosso dell’inizio della scuola le sezioni sono state accorpate ma dato che sono tanti i nostri figli sono stati divisi in 8 gruppi che si dovranno alternare tra didattica in presenza e distanza». I genitori sono preoccupati per come procederà questo anno scolastico. «Il primo giorno di scuola il gruppo che poteva andare in classe è rimasto fuori con dei cartelli di protesta – aggiungono –.  È un continuo rimpallo di responsabilità tra scuola e provveditorato, siamo perplessi e dispiaciuti».
 
Ultimo aggiornamento: 08:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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