Coldiretti: «Troppi oneri burocratici dalla Ue, allevamenti a rischio»

Domenica 3 Aprile 2022 di Michelangelo Cecchetto
Coldiretti: «Troppi oneri bucratici dalla Ue, allevamenti a rischio»
1

CITTADELLA - Non bastassero i rincari delle materie prime con il conseguente aumento dei costi produttivi, la lotta per la giusta retribuzione del prezzo del latte, l’impennata dei costi energetici, il conflitto in Ucraina, ora il settore della zootecnica si trova ad affrontare anche le nuove scelte della Commissione europea che compromettono la capacità di approvvigionamento nazionale dell’Italia, già deficitaria per carne e latte. E sale la preoccupazione come denuncia Coldiretti.


«Le bozze attuali – spiega Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova - allargano una serie di pesanti oneri burocratici ad un maggior numero di aziende zootecniche e aggiungono all’ambito di applicazione il settore delle produzioni bovine, che prima era escluso.

Una scelta inaccettabile che rischia di condannare alla chiusura molti allevamenti con un nuovo carico di burocrazia che fa aumentare i costi del sistema zootecnico».

I NUMERI
La zootecnia padovana da carne vale quasi 260 milioni di euro nel complesso, tra bovini da carne, suini, carne avicola e conigli, con circa 4 mila allevamenti attivi. I capi bovini nelle stalle padovane sono quasi 100 mila, distribuiti in oltre 2.200 allevamenti, in maggioranza di medie dimensioni. I suini invece sono circa 105 mila e gli allevamenti 1820. Nel 2021 il fatturato per la carne bovina si è stabilizzato dopo il calo dell’anno precedente. Il settore lattiero caseario conta, specie nell’Alta Padovana e Destra Brenta, circa 500 aziende con un fatturato di poco meno di 90 milioni di euro, circa 40 mila vacche da latte, e una produzione di 2 milioni 140 mila quintali di latte l’anno, un quinto del totale veneto, destinato per lo più alla produzione di formaggi Dop e di latticini. Esempio del settore, la grande manifestazione in corso a Cittadella fino a lunedì, Formaggi in villa dentro le mura.

A LIVELLO NAZIONALE
Il presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini, in missione a Bruxelles, ha già sollecitato personalmente i commissari Wojciechowski e Gentiloni, oltre ai parlamentari europei italiani delle commissioni ambiente, industria ed agricoltura, per modificare una decisione che rappresenta un attacco al sistema allevatoriale europeo. «Le nuove scelte Ue - aggiunge Prandini- rischiano di aprire le porte alle importazioni di carne da paesi terzi che spesso garantiscono minori standard di sicurezza alimentare e maggiori impatti ambientali di quelli europei». L’Italia dipende già dall’estero per il 16% del latte consumato, il 49% della carne bovina e il 38% di quella di maiale secondo l’analisi del Centro Studi Divulga. «Difendere la carne Made in Italy - conclude Bressan - significa anche sostenere un sistema fatto di animali, di prati per il foraggio e soprattutto di persone impegnate a tenere vive le nostre campagne».

Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 10:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci