Nelle palazzine dell'Aeronautica aprirà la scuola nazionale di formazione dei nuovi Vigili del fuoco

Martedì 10 Maggio 2022
Nelle palazzine dell'Aeronautica aprirà la scuola nazionale di formazione dei nuovi Vigili del fuoco

PADOVA - È stata una storia di abbandoni finora, quella dell’aeroporto. Il più doloroso nel dicembre scorso quando trecento militari dell’Aeronautica (più 80 civili) l’hanno lasciato per il riposizionamento del reparto manutenzione elettronica dei missili e degli elicotteri. Prima di loro nel 2005 era toccato ai “Dragoni” la squadra di elicotteri dell’Esercito che serviva anche per i voli umanitari. E nell’ottobre del 2009 con una cerimonia solenne se n’era andata a Roma la Prima brigata aerea operazioni speciali.
Ma ora è tempo di ritorni. La notizia è che verso la fine del 2023 si aprirà la scuola di formazione dei Vigili del Fuoco su 45mila metri quadrati delle palazzine su un totale dei 139mila lasciati dai militari.
Potrà ospitare fino a 300 allievi del Nord Italia sui 1500 che vengono selezionati ogni anno. Una scuola che, come spiega il direttore interregionale dei Vigili del Fuoco, Loris Munaro durerà dai 6 mesi a un anno e sarà propedeutica alla professione. Insomma gli aspiranti impareranno cos’è la manualità, che cosa significa maneggiare un moderno sistema tecnologico di soccorso, come mettere le mani su un pannello elettronico o come cavarsela in una emergenza idraulica. Non solo: formerà i Dos, direttori delle operazioni di spegnimento, per l’Italia del nord.
Il progetto di adattamento delle palazzine è già pronto in convenzione con Enac. Ma è un momento delicato per partire con le gare d’appalto dal momento che l’Amministrazione vuole garanzie sui tempi dell’intervento. Non è che gli spazi anche esterni siano comunque abbandonati. Anzi si stanno già utilizzando ad esempio per le esercitazioni di montaggio di campi base per le macroemergenze. Altro discorso però e far arrivare i laboratori necessari e le scuole professionali.
Il resto passerà in parte all’Enac che sta pensando di creare una scuola di pilotaggio per i droni, alla Guardia di finanza che potrebbe trasferire alcuni uffici delle due sedi attuali, nelle quali è in affitto e vi troveranno posto anche gli archivi cartacei del Tribunale. La Prefettura, poi, ha individuato in alcuni capannoni in disuso, in un’area al di là di via Sorio di fronte all’ingresso dell’aeroporto, per una possibile sede dove trasferire parte del proprio immenso archivio. Lo stesso interesse c’è da parte della Dia i cui uffici, ad Altichiero, sono anch’essi in affitto.
E dire che l’Enav qualche anno fa era decisa a ritirare la concessione. La questione era nata con la messa in liquidazione da parte del socio di maggioranza - la Save che gestisce anche l’ aeroporto di Tessera - della società Acp, Aeroporto civile Padova, dopo anni di bilanci in perdita. Fu un momento drammatico perché con la chiusura era a rischio anche la base dell’elisoccorso che non avrebbe più potuto volare. Era il febbraio del 2015. Al centro, il problema di chi doveva pagare il servizio antincendio. Il costo annuo era di 180mila euro. Alla fine è stato solo per la volontà dei privati di “Padova fly service scarl” che gestivano allora lo scalo civile se è ancora in piedi.
Eppure abbiamo un passato glorioso. Il 18 febbraio del 1910 veniva fondato l’Aeroclub d’Italia, il primo organismo associativo degli aviatori sportivi italiani, voluto dal pioniere Leonino da Zara. Era il primo nucleo di quello che oggi è l’aeroporto Gino Allegri, il più vecchio della nazione. Poi, il primo luglio del 1913, fu costituita la settima squadriglia di aeroplani che prese stanza sulla “piazza d’armi” di Padova alle basse di Brusegana, in pratica il primo insediamento tecnico-militare dell’aeroporto.
 

Ultimo aggiornamento: 09:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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