Alina, mamma morta carbonizzata in casa: cosa è successo davvero? Il giallo su quella fuga di gas

Martedì 28 Marzo 2023 di Marina Lucchin
Alina, mamma morta carbonizzata in casa

SANT'URBANO (PADOVA) - La Procura di Rovigo indaga sul giallo della fuga di gas costato la vita ad Alina Crenicean, mamma 36enne di due bimbi che è morta carbonizzata domenica mattina nella sua casa di via Gorghi a Sant'Urbano, in provincia di Padova. Il pubblico ministero ha aperto un fascicolo per esplosione colposa: l'obiettivo ora è quello di accertare le cause che hanno provocato lo scoppio e le eventuali responsabilità. Nessuno è stato iscritto nel registro degli indagati, ma questo consentirà ai carabinieri di esaminare approfonditamente il caso. L'impianto era difettoso? Era stata fatta adeguata manutenzione? E da quanto tempo c'era quella fatale fuga di gas?


IL DRAMMA
Quello è un dato certo, appurato dall'ingegnere dei vigili del fuoco Vincenzo Puccia: C'era una perdita nelle tubature, che partiva dalla centralina Gpl interrata, collegata alla rete.

La deflagrazione potrebbe essere stata causata proprio da Alina accendendo semplicemente l'interruttore della luce: era appena scesa per preparare ai suoi figli e al marito la colazione della domenica, da consumare tutto insieme. È morta all'instante a causa dello scoppio ed è rimasta intrappolata sotto le macerie al pian terreno, dove l'esplosione aveva provocato un violento incendio. I muri perimetrali, dal primo piano, sono crollati, così come buona parte del tetto. I due bimbi e il papà Michelangelo Negrello, di 50 anni, sono riusciti incredibilmente a fuggire praticamente illesi. Il padre ha passato al fratello Alberto, che abita davanti alla villetta distrutta e che è corso sul posto in pochi secondi, i figli dal solaio del primo piano, perchè ormai il pian terreno era un inferno di fuoco. «L'impianto del gas era a gpl - continua a spiegare Puccia - Evidentemente c'era un malfunzionamento nelle tubature che collegavano la centralina interrata in giardino con la cucina. Di norma sono i vigili del fuoco a certificare gli impianti, con un controllo effettuato al momento di dare l'agibilità all'abitazione. Poi, sono le ditte certificate a controllare la centralina. Noi abbiamo raccolto tutte le informazioni a cui potevano accedere». Gran parte della documentazione, infatti, è andata distrutta nello scoppio.


IL PAESE
Intanto ieri mattina a Sant'Urbano tutti hanno dovuto fare i conti con il ritorno alla normalità. La situazione più delicata nella scuole che frequenta la figlia di Alina. Il vicepreside Emanuele Cusin ha spiegato le difficoltà nell'affrontare la situazione con i sui piccoli compagni di classe. «Abbiamo parlato con i bambini. Tutti sanno quello che è capitato, una disgrazia che ci ha imposto di agire rapidamente. Già domenica avevamo chiamato la psicologa della scuola resasi subito disponibile a collaborare con gli insegnanti per un approccio corretto».
Nel pomeriggio di ieri gli insegnanti hanno iniziato a strutturare delle attività per rendere più accogliente il rientro a scuola della bambina. Non si sa ancora quando questo accadrà, sicuramente non nell'immediato. Ma quando succederà, la piccola troverà un ambiente accogliente, con biglietti e messaggi carichi di affetto e di vicinanza».

Ultimo aggiornamento: 17:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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