Alice e Alessandro inventano la pasta
in 3D ma sono costretti a emigrare

Lunedì 19 Gennaio 2015
Alice Braggion e Alessandro Carabini
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PADOVA - Nei mesi scorsi il noto marchio Barilla ha lanciato un concorso di idee ai designer di tutto il mondo con l’intento di sviluppare una nuova tipologia di pasta adatta alla tecnologia della stampante 3D. Barilla in collaborazione con ThinGarage ha indetto “Print Eat”, e soltanto in questi giorni ha rivelato le tre idee vincitrici del concorso. Primi classificati Alessandro Carabini e Alice Braggion per lo studio di architettura e design abaco, da loro fondato.



Alessandro e Alice, 28 anni, dopo diverse esperienze lavorative nella capitale francese, hanno da poco aperto uno studio di architettura e di design. Entrambi laureati allo IUAV di Venezia sono stati costretti a lasciare l’Italia per poter valorizzare le loro conoscenze. L’ennesimo caso di ragazzi italiani costretti a trasferirsi in un altro paese. “In Francia abbiamo trovato un clima fertile e soprattutto aperto ai giovani. Un clima in cui ci è stata data la possibilità di dimostrare quello che sapevamo fare e allo stesso tempo di continuare ad apprendere per costruire una professionalità”.



E per quanto riguarda il contest?

“Come architetti conosciamo bene le tecnologie emergenti, come la stampante 3D - ha dichiarato Alessandro - . Il progetto invece è nato un po’ per gioco. Ci incuriosiva l’idea di immaginare una nuova tipologia di pasta, amiamo confrontarci anche con cose lontane dal nostro punto di partenza”.

Il loro design, “Lune”, è una pasta di forma sferica con alcuni fori di diverse grandezze che rappresentano i crateri del corpo celeste. Uno slogan semplice e immediato: “Mischia finché la luna non è piena”. Ovvero, mischia finché la pasta non si riempie di sugo.



Sono piccole soddisfazioni, venire apprezzati anche nel proprio Paese quando per costruire una professionalità è stato necessario andare altrove. “Oggi possiamo ritenerci soddisfatti del nostro percorso, ma la buona volontà non basta, lasciare l’Italia e vivere da immigrati non è per tutti, ci vuole una forte determinazione”.



Dopo qualche anno di sacrifici, ora iniziano a mettere a frutto il loro talento con diversi progetti oltralpe, ma a quanto pare qualcuno in Italia si è accorto di loro, e non è la prima volta.



Già nel 2013 avevano vinto un altro concorso per il Fuorisalone di Milano, sempre da Parigi: “Ora siamo concentrati con lavoro e clienti qui, ma chissà che non sia proprio la nostra amata pasta il ponte per farci ritornare.”
Ultimo aggiornamento: 20 Gennaio, 14:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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