Claudio Baglioni ricorda Alessandro sul Gazzettino a un anno dalla scomparsa: «Una luce quando si resta al buio». Il testo completo

Venerdì 27 Gennaio 2023 di Mauro Giacon
Baglioni in visita ad Alessandro Manzella

PADOVA - Alessandro, il cavaliere. Claudio, il suo scudiero. Non c’era territorio inesplorato che non avessero cavalcato sulle ali dell’immaginazione.
In quella stanza la luce arrivava quando Claudio entrava e salutava da uomo semplice fra gente semplice. Si sedeva in mezzo ai genitori e cantava una serenata che a volte andava avanti tutto il pomeriggio saltando le prove del concerto. «Non importa si fa lo stesso».
E Alessandro lo seguiva con la voce arrocchita in una fiammella di fiato. Fino all’applauso finale, uno schioccare di lingua, replicato da tutti. Perché lui non muoveva un muscolo. Poi ad un certo momento dovevano rimanere loro due, come isole splendenti.
L’uomo degli stadi e il ragazzo inchiodato come Cristo. Cieco, semisordo, paralizzato da quando aveva 12 anni per un’infezione al cervello e un antibiotico che qualcuno dimenticò di dargli. La causa contro l’ospedale andò persa per un cavillo. Claudio lo venne a sapere se ci pensò lui.
Nessuno ha mai saputo che cosa si dicevano, nemmeno i genitori Anna e Tonino. Ma a un anno dalla morte di Alessandro, Claudio ha ricordato inviandoci un messaggio struggente, come quelle sue melodie che si fanno incanto e lasciano senza fiato.

LA DEDICA
Un anno fa/ Alessandro si è avviato/ sul sentiero del tempo senza fine/. Deve essere salito molto in alto/ perché,/ guardando il cielo,/ spesso succede di vederlo/dello stesso colore dei suoi occhi./ Sono i suoi sguardi,/ quaggiù verso di noi,/che ci danno un po’ di luce/ quando il cuore resta al buio.
Alessandro Manzella è scomparso il 27 gennaio di un anno fa dopo 33 anni di martirio, suo e della famiglia. E qualche vergogna della sanità pubblica. Una messa lo ricorderà oggi alle 18 alla chiesa di S. Lorenzo da Brindisi. Ma niente potrà essere più potente delle parole che ha usato il suo amico e che gli sono dovute. Ancora oggi nelle telefonate che giungono a casa Manzella ci sono i conoscenti ma anche le anestesiste che lo hanno seguito negli ultimi giorni, quando lui ha deciso di portare le ali all’ombra.
Ma nessuno più di Claudio è stato consapevole del valore taumaturgico di questo ragazzo, tanto che prima di ogni concerto o passaggio in tivù gli telefonava e l’altro gli augurava: «Andrà tutto nel migliore dei modi”. E poi finiva regolarmente così.

IL LEGAME
Ora Claudio sa dove si trova Alessandro. È un cielo che viaggia per l’eternità, ma gli riconosce anche di essere un dono. Nel 2004 quando Alessandro gli disse «Sei un grande» lui rispose: «Siamo tutti medi sei tu che ci fai sentire grandi e dai valore al mestiere che faccio». Questo dono è un rintocco di luce che si ascolta nei momenti più difficili, quello sguardo che chiunque ha sperato arrivasse almeno una volta nella vita. 
 

Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio, 11:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci