Padova. Ordinanza anti-alcol in strada, zero multe ma è scontro politico. Gallani: «É proibizionismo»

Divieto di vendita da asporto dopo le 8 di sera in centro, Coalizione protesta in commissione

Martedì 15 Novembre 2022 di Alberto Rodighiero
La movida in piazza dei Signori a Padova (foto d'archivio)
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PADOVA - Coalizione civica va all’attacco dell’ordinanza che pone una stretta sull’alcol in centro storico e accusa l’amministrazione di proibizionismo. Come più volte accaduto in passato il popolo arancione, che la settimana scorsa ha condannato pesantemente lo sgombero degli alloggi occupati in via Melette, torna a mettersi di traverso rispetto alle posizioni della giunta Giordani. Nel precedente mandato l’ala sinistra della maggioranza aveva ripetutamente fatto da controcanto sui temi più svariati che andavano dal futuro della caserma Prandina al termovalorizzatore, passando per la politica urbanistica. Ora, dopo la pax elettorale e un incarico che avrebbe dovuto essere assegnato all’ex assessore Chiara Gallani e che invece pare essere finito in soffitta, il popolo arancione torna alla carica mettendo nel mirino la nuova ordinanza firmata dal sindaco per limitare i disagi legati alla movida.

L'ordinanza: cosa stabilisce

Nel dispositivo, in vigore dallo scorso 29 ottobre, si stabilisce fino al 31 marzo dalle 20 alle 07 il divieto di vendita per asporto di bevande alcoliche in tutto il centro storico. L’ordinanza si rivolge a tutte le attività che vendono alcolici: dai locali ai supermercati. Si può, però, continuare a consumare alcolici all’interno dei pubblici esercizi e dei loro plateatici.

Anche se il dispositivo è in vigore da più di due settimane, a oggi non risultano contravvenzioni elevate dalla Polizia Locale.

I contrari

L’iniziativa però non è per nulla piaciuta a Coalizione. Ieri pomeriggio, così, a puntare il dito contro il provvedimento è stata proprio Chiara Gallani, ex assessore all’Ambiente e oggi consigliera comunale nonché vicepresidente della commissione Sicurezza. E proprio in commissione (presieduta da Etta Andreella del Pd) è stato affrontato il tema dell’ordinanza. «Il nostro obiettivo deve essere quello di dare un risposta alla richiesta di socialità, specie dopo due anni di Covid, nelle piazze e al Portello – ha scandito l’esponente arancione – A fronte di questo, non posso che manifestare la mia contrarietà rispetto alla scelta di intervenire con restrizioni, limitazioni e il conseguente uso privatistico del centro».
«In tutto questo si avverte una vena di proibizionismo che non ha nulla a che fare con la città libera, policentrica, viva che amiamo – ha detto ancora Gallani – Quello della movida è un tema che si trascina da anni, con ordinanze ripetute, figlie della mancanza di un vero confronto. È un tema noto che vede interessi contrapposti: la salute dei residenti, il diritto al lavoro degli esercenti e la tutela di una città vitale, ricca di spazi di aggregazione, specie quelli pubblici, le nostre strade, le nostre piazze».
«Ed è un tema - insiste Gallani - che troppo spesso vede esclusi dal dibattito proprio coloro che ne sono tra i protagonisti: gli studenti universitari. Oltre 60.000 persone senza le quali Padova non sarebbe la città che è e che, in particolare in questo periodo, dovrebbero essere al centro di un ripensamento complessivo di molte politiche, dalla casa alla socialità».

La replica

Risponde Diego Bonavina, assessore alla sicurezza. «Non credo che alla base di questa iniziativa ci sia una vena di proibizionismo perché Padova è una città aperta, ma evidentemente manca l’educazione».
«Ho visto personalmente ragazzi al Portello portare casse di birre per berle spaccandole poi a terra, creando sì degrado - aggiunge Bonavina -. Bisogna darsi tutti una mano. Con il professor Fedeli dell’Università stiamo lavorando a un tavolo per coinvolgere gli studenti».

Ultimo aggiornamento: 07:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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