Albergo termale chiuso, ma arrivano 200mila euro di tasse da pagare

Giovedì 4 Febbraio 2021 di Gabriele Pipia
Emanuele Boaretto (a destra), presidente Federalberghi Terme Abano Montegrotto
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ABANO - Spariscono i clienti, crollano i fatturati e cambiano i colori delle regioni.

Ma c’è una voce che rimane immutata: quella delle tasse. Una raffica di spese che sta mettendo in ginocchio l’intero comparto turistico padovano. L’ultimo grido d’allarme arriva dal presidente di Federalberghi Terme Abano Montegrotto, Emanuele Boaretto: «Al termine di un anno di totale inoperosità, ci vediamo beffati dalle continue richieste di pagamento per servizi mai elargiti. Servizi che con grossa probabilità non sarà possibile fornire neanche per l’anno in corso se non con il contagocce».


L’ESEMPIO
Il bacino termale euganeo vanta 90 strutture ma 10 di queste non hanno praticamente mai aperto nel corso del 2020. Negli ultimi tre anni la media del fatturato era stata di 350 milioni complessivi, nel 2020 la cifra si è ridotta ad un terzo e il trend lascia pensare ad un 2021 su livelli simili. Ma i costi restano comunque altissimi. 
Prendiamo ad esempio un albergo 4 stelle con 100 stanze: conta 45 dipendenti ma l’attività è ferma e sono tutti in cassa integrazione. Per l’Imu si parla mediamente di 750 euro a camera, il che significa 75 mila euro all’anno. È pesantissima anche la tassa sui rifiuti Tari: 35 mila euro. Per l’acqua pubblica dell’acquedotto ci aggiriamo mediamente sui 40 mila euro. L’imposta per la pubblicità costa tremila euro, la tassa di soggiorno impatta invece per 45 mila. Una spesa complessiva di 10 mila euro è necessaria per Canone Rai, Siae, Scf e Imaie (queste ultime tre legate ai diritti artistici e musicali). Solo così arriviamo a 200 mila euro all’anno, ma non è tutto: vanno considerate infatti anche le bollette dell’energia elettrica (150 mila euro in un anno normale, 35 mila euro in questo disastroso 2020). Da sottolineare anche i costi per le manutenzioni obbligatorie come quelle necessarie su piscine e ascensori. 


LE RICHIESTE
«Cambiano i colori delle Regioni, ma non cambiano le nostre sorti - scuote la testa Boaretto - Tecnicamente il fatto che il Veneto sia tornato giallo non ha dato alcun nuovo stimolo al turismo: i confini delle Regioni continuano ad essere blindati al turismo e le uniche ragioni per soggiornare nei nostri hotel sono il lavoro e la salute, target di mercato non sufficienti a spingere tutte le strutture a riaprire. A non cambiare affatto, se non in peggio, è invece la tragica situazione economico-finanziaria. Il turismo nell’ultimo anno si è scontrato con un governo sordo alle richieste di ristoro adeguate alle esigenze. La stessa totale incomprensione che si reitera per quanto riguarda l’imposizione fiscale. Per il 2021 si stanno riproponendo spese come Imu, Tari, imposta sulla pubblicità, Tosap, canone Rai, Siae, Scf, nuova Imaie, tassa di soggiorno, oltre alle bollette legate alle utenze. Tutto questo ci vede ancora a richiedere di prolungare moratorie ed abolire interessi passivi. Se di rilancio si vuole parlare - chiosa il presidente - per quanto sia possibile con la regolamentazione attuale, non possiamo farlo zavorrati dai costi oltre che dai mancati ricavi».


I COMMERCIANTI
Tra le conseguenze della crisi c’è ovviamente la perdita di tutti i posti di lavoro con contratti stagionali. Se il blocco dei licenziamenti imposto dal governo scadesse oggi i dipendenti a rischio sarebbero tremila. La stima è di Marco Gottardo, direttore di Federalberghi Terme Abano Montegrotto. 
Sul tema ieri si è fatta sentire l’Ascom con il presidente Patrizio Bertin: «La pandemia non ha colpito tutti allo stesso modo. Commercio, turismo e servizi, dove la presenza femminile è significativa e dove l’attività imprenditoriale autonoma è sicuramente maggioritaria, le perdite sono maggiori ed è per questo che abbiamo chiesto al governo Conte e lo chiediamo anche al presidente incaricato Draghi, sostegni concreti a partire da una moratoria per tutto il 2021 sulla tassazione per consentire ai nostri settori di riprendersi dopo mesi di quasi totale inattività».

Ultimo aggiornamento: 5 Febbraio, 14:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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