Dottoressa aggredita allo Iov, la testimone: «Ho sentito le grida, poi ho visto l'anziano muto e immobile»

Venerdì 11 Novembre 2022 di Giovanni Brunoro
Lo Iov
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PADOVA - «Mi ha tenuto su l’adrenalina. Una sanitaria non deve avere paura di queste cose». Così una dipendente dello Iov sul tragico accoltellamento della dottoressa della Terapia antalgica, un fatto che ha lasciati tutti, personale e pazienti, sconvolti. «Certo, il sangue freddo mi ha aiutato tantissimo – prosegue la donna – Poi però il rischio che abbiamo corso è emerso in tutto il suo potenziale e la sua attualità».

LA PAURA

I fatti si sono svolti nell’arco di pochi istanti, un lasso di tempo così irrisorio da non dare nemmeno la possibilità di rendersi conto di quanto stesse accadendo. Per la lavoratrice dell’ospedale oncologico era iniziata una mattina di lavoro come tante. I pazienti che necessitano di attenzioni e delicatezza, i familiari con cui confrontarsi e i colleghi con cui scambiare due parole. «A un certo punto la quiete è stata stravolta da un urlo. Dalla disperazione, ho subito capito che poteva essere accaduto qualcosa di veramente grave. Era un parente di un malato, in preda al panico». La donna si è trovata di fronte a una scena che difficilmente dimenticherà: la dottoressa ferita al collo e alla mano, dolorante, e l’anziano braccato dai presenti.
«Non ho parole per quanto successo – spiega la testimone – Quella dottoressa è tra le più buone, disponibili e preparate di tutto lo staff. Sapere che tutto questo è capitato a lei mi procura enorme dispiacere». Ancora più incredibile è parsa tutta la situazione: a colpire il medico è stato un ultraottantenne, per giunta indebolito dalla malattia: «Un signore dall’aspetto molto anziano, ma altrettanto distinto. Era ben vestito e con un portamento dignitoso, se lo si incontrasse per strada si avrebbe l’idea di una persona molto rispettabile».
Invece aveva appena attentato alla vita di un medico con un coltello che, con tutta probabilità, si era portato da casa.

Inutile, in quel momento, provare a capire le ragioni di un gesto così sconsiderato. C’erano una persona da soccorrere e un aggressore da immobilizzare.

LA RIFLESSIONE

«Ciò che più mi ha fatto riflettere è il fatto che quell’uomo, una volta vibrato il colpo, si è subito ammansito – spiega la donna – È stato fermato e disarmato, ma non è andato in escandescenze e ha accettato di rimanere seduto senza reagire». Nel frattempo le ferite riportate dalla dottoressa destavano preoccupazione: «È stata straordinaria. Si è difesa da sola, a mani nude contro un uomo armato. Proteggendosi, ha evitato che la lama andasse in profondità nella gola. Non oso pensare a cosa sarebbe potuto accadere in caso contrario. Inizialmente sembrava che un tendine fosse stato lesionato, le auguro di tornare presto fra noi».
L’ottima organizzazione dello Iov però ha mostrato ancora una volta i suoi punti di forza: sul luogo dell’incidente sono giunti velocemente chirurghi, infermieri, l’ambulanza è arrivata immediatamente così come la polizia: «Ho visto l’aggressore preso in custodia dagli agenti, poi più nulla. Vorrei comunque lodare la grande umanità e professionalità dello Iov. L’amministrazione si è fatta viva immediatamente e sono arrivati anche gli psicologi, che ci hanno chiesto se avessimo bisogno di sostegno. Nonostante tutto, io sto bene».

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Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 22:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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