Ragazzine aggredite dalle bulle all'Ipercity: attivati i servizi sociali

Giovedì 2 Febbraio 2023 di Iris Rocca
Il parcheggio dell'Ipercity, teatro dell'aggressione

PADOVA - Un fatto isolato. Così è stata definita ieri dal Comitato provinciale per l’ordine e sicurezza pubblica l’aggressione del 28 gennaio nel parcheggio dell’Ipercity che ha coinvolto decine di minori, chi come aggressore, chi come vittima e la maggior parte negli altrettanto gravi panni di spettatori. Il comitato convocato dal prefetto di Padova, Raffaele Grassi, ha coinvolto il questore, il comandante provinciale dei carabinieri e il suo omologo della guardia di finanza, il sindaco di Albignasego, Filippo Giacinti, e il comandante della polizia locale dei Pratiarcati.

L’ANALISI

«Abbiamo analizzato l’accaduto in un clima di massima collaborazione – ha riassunto Giacinti –. Sono uscito con forti rassicurazioni da parte dei massimi rappresentanti delle forze dell’ordine da trasferire ai cittadini, comprensibilmente preoccupati per l’accaduto. Tutti i presenti hanno evidenziato come il caso sia da considerare un episodio isolato e circoscritto: fortunatamente non siamo di fronte all’azione di una baby gang che agisce in modo sistematico, ripetuto e preordinato, prendendo di mira una determinata parte del territorio.

Le ragazzine autrici dell’aggressione, così come le vittime, non sono residenti ad Albignasego e non frequentano le scuole della nostra cittadina: il fatto è accaduto all’Ipercity solo perché è stato teatro dell’incontro con le vittime che già conoscevano e avevano preso di mira. Ringrazio le forze dell’ordine che hanno individuato in poche ore le giovanissime, denunciate all’autorità giudiziaria. Peraltro, anche il questore sta valutando provvedimenti di sua competenza».

A confermare la circoscrizione del fatto è stato il prefetto Grassi: «Le responsabilità sono state individuate. La vicenda è stata segnalata alla Procura dei minori e ai Servizi sociali per gli adeguati sostegni. Nessun caso di baby gang, ossia di organizzazioni strutturate con piani delinquenziali ben precisi. Questi sono casi di disagio giovanile che richiedono il supporto dei servizi sociali e sui quali l’impegno delle forze dell’ordine è costante».
A essersi attivata è anche la rete dei Comuni di residenza delle minori, con azioni di aiuto alle ragazzine, considerata anche la loro giovanissima età, affinché prendano consapevolezza della gravità del fatto commesso e intraprendano un percorso che eviti altri episodi del genere.

I FRONTI

«Anche se l’aggressione coinvolge marginalmente il nostro territorio – continua il primo cittadino di Albignasego – i carabinieri ci hanno garantito che intensificheranno i controlli nella zona del fatto, specie nei weekend. Credo sia necessario rassicurare le famiglie, in particolare quelle di Sant’Agostino, ma anche proporre iniziative a cui già stiamo lavorando con la dirigente scolastica, il consiglio d’istituto e il comitato genitori oltre che con il comandante della nostra stazione dei carabinieri, per proporre un momento di riflessione e confronto pubblico su queste tematiche di cui si sente sempre più spesso parlare, campanelli d’allarme di un crescente disagio giovanile che chiamano in causa le istituzioni e la società civile».

A confermare gli intenti è la professoressa Federica Silvoni, responsabile dell’istituto comprensivo di Albignasego, che include la scuola media di Sant’Agostino a pochi metri dal luogo dell’aggressione. «Nella vita delle nostre scuole non sono emersi fatti rilevanti – precisa la dirigente –. I ragazzi partecipano sempre alle attività di educazione civica e affrontiamo le difficoltà di relazione o aggressività nel gruppo con lo specialista dello spazio ascolto. Abbiamo appositamente potenziato il servizio psicopedagogico proprio per intercettare, ascoltare e anche prevenire le difficoltà legate alla crescita, alla comunicazione, al bullismo o alla prevaricazione».
Progetti simili a quelli comunali che, dopo l’aumento delle situazioni di difficoltà e di richiesta di tutela di minori nella fascia d’età 10-15, dal 2022 si sono dotati della collaborazione di uno psicologo esperto per fornire una più ampia lettura dei bisogni e dei disagi. «Sono stati poi approvati e finanziati dalla Regione nei giorni scorsi due importanti progetti – conclude Giacinti –. Il primo per attivare due animatori di strada, incaricati di mappare le aggregazioni giovanili informali nel territorio e ascoltare i loro bisogni, il secondo per coinvolgere un gruppo di giovanissimi nella progettazione dal basso di un evento dedicato ai loro coetanei. È importante muoversi in chiave preventiva e intervenire su questi ragazzi difficili per allontanarli dalla cattiva strada».

Ultimo aggiornamento: 07:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci