VENEZIA - «C'è la crisi niente tasse? Questo automatismo non regge, è un semplicismo scorretto. Perché per abbassare le tasse bisogna ridurre le spese, altrimenti si crea solo debito e sappiamo che è debito statale». Così Marzio Favero, consigliere regionale della Lega, ribatte - pur senza mai citarlo - al collega di partito Massimo Bitonci, il deputato padovano che sui social ha contestato le politiche di innalzamento della pressione fiscale.
BOTTA E RISPOSTA
«Durante una stagnazione economica le tasse si tagliano, non si aumentano», ha scritto il deputato leghista Bitonci. Tema sul quale ieri è intervenuto il consigliere regionale, leghista pure lui, Favero: «Premesso che sull'addizionale Irpef ancora non è stata presa alcuna decisione, siamo di fronte a una situazione sociale che impone risposte serie, non slogan da campagna elettorale. Dopo tre crisi - quella economica che da noi si è aggravata con il collasso di due banche popolari, il Covid, ora gli effetti della guerra in Ucraina - bisogna rendersi conto che in Veneto sono aumentate in modo esponenziale negli ultimi mesi le problematiche sociali e socioassistenziali con famiglie in difficoltà e residenze sanitarie in profonda sofferenza. Stanti i limiti strutturali del bilancio regionale, e preso atto che la precedente legislatura nazionale non ha portato a casa nessuna forma di federalismo delle risorse, né tantomeno un briciolo di autonomia, ecco che per aiutare i soggetti più deboli si è costretti a valutare l'applicazione di quell'addizionale Irpef che già da tempo è stata adottata da altre regioni d'Italia».
ALLEATI E OPPOSIZIONI
Sul tema ieri è intervenuto il deputato di Forza Italia, Flavio Tosi: «Se si vuole applicare l'addizionale Irpef, va ampliata la platea di veneti da esentare. Inoltre i fondi ricavati devono essere destinati all'esclusivo scopo di aiutare famiglie, terzo settore, Rsa a fronteggiare il caro bollette». La proposta di Tosi è di tassare i redditi dai 35-40mila euro in su.
Il capogruppo del Pd in consiglio regionale, Giacomo Possamai, ha invece denunciato «la confusione» all'interno della Lega: «Da un lato c'è un fronte interno al Carroccio che si oppone all'operazione, esplicitato in maniera chiarissima dall'uscita del senatore Bitonci. Dall'altro, non si capisce come faccia la Lega regionale, a partire da Zaia, a teorizzare l'introduzione di un'addizionale graduale, a seconda delle fasce di reddito, e al tempo stesso a non dire una parola contro le fantasie di Matteo Salvini sulla flat tax. Le due cose non possono stare assieme».
CONFESERCENTI
E continuano ad arrivare le disponibilità al confronto. Ieri è stato il turno di Confesercenti Veneto. «Non è tempo di polemiche», ha detto la presidente Cristina Giussani che però ha chiesto «un meccanismo di progressività e di tutela dei redditi più bassi in fase di prelievo sia di famiglie che di piccole-medie imprese» e che «le risorse vengano distribuite a sostegno delle fasce più deboli e già a rischio».