Utilizzo abusivo dei permessi della legge 104, dipendente licenziato. Il tribunale dà ragione al Caffè Cavour

Aveva chiesto i giorni per assistere la madre che però non abitava a Padova ma in Marocco

Venerdì 19 Maggio 2023
Utilizzo abusivo dei permessi della legge 104

PADOVA - Nei giorni scorsi si è definitivamente conclusa la vicenda che ha visto il Caffè Cavour di Padova contrapposto ad un ex dipendente.


L'EPISODIO
I fatti risalgono alla primavera del 2018 quando al dipendente di origini marocchine veniva contestato l'utilizzo abusivo dei permessi previsti dalla legge 104 per assistere la madre, la quale, invece di essere in Italia, si trovava in Marocco. Contestata l'assenza, il dipendente, con l'assistenza del sindacato SLS di Vittorio Rosa, aveva cercato di giustificare la circostanza negando di aver chiesto i permessi ai sensi della legge 104, ma di averne invece richiesti di ordinari per assistere la moglie, che proprio in quei giorni aveva partorito.
Il conseguente licenziamento veniva prima dichiarato legittimo dal Tribunale di Padova nella fase sommaria del procedimento e poi illegittimo dopo l'opposizione del lavoratore, assistito dall'avvocato Emanuele Spata, con conseguente reintegrazione nel posto di lavoro dello stesso. In questa fase il giudice Roberto Beghini riteneva che il lavoratore avesse agito senza voler frodare nessuno e anzi "alla luce del sole", avendo chiesto, seppure tardivamente e senza preavviso, dei permessi per i giorni di assenza contestati.
Non ha condiviso questa tesi la Corte d'Appello di Venezia che, sospesa prima la sentenza per evitare che il lavoratore potesse immediatamente chiedere i soldi all'ex datore di lavoro, con una pronuncia di febbraio 2023 ha riformato la decisione del Tribunale di Padova dichiarando legittimo il licenziamento, condividendo la motivazione della prima pronuncia del Tribunale (giudice Dallacasa), secondo cui "la gravità della condotta non consiste solo nell'assenza ingiustificata, ma anche nella giustificazione fraudolenta, diretta a renderla giustificata".
Il 9 maggio l'ultimo atto.

Il Tribunale di Padova ha annullato anche il decreto ingiuntivo con il quale il lavoratore chiedeva oltre 30 mila euro a titolo di indennità sostitutiva della reintegrazione. Al lavoratore marocchino ora restano da pagare le spese legali liquidate nei giudizi in favore della società per oltre 10 mila euro.


GLI INTERVENTI
Così l'avvocato Roberto Finocchiaro che ha seguito il licenziamento sin dalle prime fasi: «La Società ha sempre agito in modo corretto e rispettoso dei diritti dei lavoratori. La sentenza del Tribunale di Padova, che aveva disposto la reintegrazione, ci è sembrata subito non corretta ed è stato importante ottenerne la sospensione in appello per evitare di dover corrispondere all'ex dipendente una somma ingente e difficilmente recuperabile in caso di riforma».
Soddisfatto anche il legale rappresentante del Caffè Cavour Arman Tiouri: «È finita una vicenda che ci ha provato molto anche dal punto di vista personale: abbiamo sempre trattato i dipendenti come una famiglia e vederci attaccati, anche con insinuazioni di voler colpire personale straniero, ci ha molto toccato. Abbiamo sempre avuto fiducia di poter dimostrare le nostre ragioni e, anche grazie al nostro avvocato che ci ha sempre supportato, così è stato: seppure a distanza di esattamente quattro anni dai fatti abbiamo ottenuto giustizia».

Ultimo aggiornamento: 21 Maggio, 13:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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