«Abano, crisi senza fine: altri tre hotel chiudono. A Pasqua riapriranno solo 20-30»

Giovedì 1 Aprile 2021 di M.G.
Abano Terme, centro storico, foto di repertorio

ABANO «Lo sa? Altre tre aziende stanno fallendo. A Pasqua apriranno forse venti-trenta alberghi su quasi cento. Dentro saranno bravi se fanno il 35-40 per cento di occupazione». Emanuele Boaretto, presidente di Federalberghi Terme Abano Montegrotto, vede la Pasqua ma il suo sguardo arriva più in là.
«Il sistema turistico termale sta collassando. Non so quanto potremo andare avanti così. Ed è lo stesso dall'alto in basso. Dai titolari ai dipendenti. Stiamo perdendo personale specializzato che si licenzia per cercare di trovare un altro lavoro e mandare avanti la famiglia. Ma come faremo a rimpiazzarli? Ci vogliono anni per crearne uno bravo. E a Roma intanto va bene la fuga di Pasqua per le vacanze all'estero con 5 cinque giorni di quarantena al rientro. Intanto noi però le tasse le dobbiamo pagare quando invece ci dovrebbero essere cancellate».
E perché? «Il comparto del turismo e quello che gli sta intorno, dal commercio ai bar e ristoranti è l'unico che ha veramente pagato il prezzo della crisi. Voglio dire nè l'industria nè gli statali. Invece qui è come se fosse successo un terremoto. E sa cosa si fece all'epoca? Addirittura l'una tantum di tutti gli italiani per aiutare chi è stato colpito. Ecco, ci vorrebbe anche qui, con un contributo a cominciare dal presidente della Repubblica e di quello del Consiglio».
Il tono esasperato di Boaretto la dice lunga sul dramma del comparto, 96 alberghi, presto altri 3 di meno, e una lunga scia di sangue. «Noi siamo nati con questa vocazione, non abbiamo scelto che cosa fare da grandi. Ma ora ci troviamo alla fine. E questa fine ha radici anche più lontane del virus. Abano è diventata il dormitorio di Padova, hanno costruito dappertutto. Gli alberghi arrivano faccia a faccia con le case invece che essere immersi nel verde. E stato permesso di aprire una zona artigianale-industriale fra i due paesi e i Colli spezzando l'armonia del paesaggio».
«A Montegrotto non c'è ancora la fibra, le piste ciclabili sono inefficaci e mal costruite, non abbiamo parchi ma piscine che si affacciano sui condomini. E in tutto questo quanti colleghi si sono industriati per migliorare i loro alberghi, rinnovando le Aziende. Ma se il territorio fuori non è soddisfacente le imprese muoiono».
E adesso? «Stimo una perdita in termini di fatturato intorno ai 10 milioni di euro. Molti preferiscono restare chiusi, e quelli che aprono lo fanno per fedeltà ai clienti non per guadagno». (A proposito chi vuole soggiornare deve arrivare sempre con la richiesta di cure). Gli altri riapriranno per la fine di aprile, sperando nella svolta dal punto di vista epidemiologico e che possano riaprire le regioni, i confini tra gli stati, centri termali e piscine. Molti clienti infatti hanno deciso di rimandare la loro permanenza alle terme, perché troverebbero negozi e locali chiusi e non potrebbero muoversi liberamente».
Intanto si fanno i conti: 4 milioni in totale saranno gli indennizzi alle imprese alberghiere con una media ad azienda di circa 40 mila euro. Un hotel che fattura mediamente in un anno circa 5 milioni di euro avrà tra i 40 e i 50 mila euro. Quelli con fatturato annuo superiore invece incasseranno 80-100mila euro, il massimo sarà 150mila euro. «Per questo chiediamo la sospensione immediata di tasse e tributi. La Tari perché non produciamo rifiuti e le insegne luminose sopra al nostro hotel visto che turisti in giro non ce ne sono».
 

Ultimo aggiornamento: 2 Aprile, 08:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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