Il sindaco: «La Sp 251 per Zoldo chiusa, la valle muore e chi "di dovere" va a stappare champagne a Cortina»

Nel mirino Padrin e Vernizzi: "Quando vogliono, i soldi li trovano"

Domenica 3 Aprile 2022 di Giovanni Santin
La 251 della Val di Zoldo
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VAL DI ZOLDO - «Non è possibile andare a Cortina e stappare bottiglie di champagne e poi non curarsi di una comunità che muore a 40 km dal capoluogo. Ne va della tenuta dell’intera provincia!» Il sindaco di Val di Zoldo è un fiume per la chiusura della 251 dovuta agli incendi e ora anche ad un gigantesco masso che minaccia anche la linea dell’alta tensione dell’Enel.
Ce l’ha con il presidente della Provincia nonché sindaco di Longarone Roberto Padrin e con Silvano Vernizzi di Veneto Strade. «Questa non è una questione di soldi, perché i soldi, ho visto, che quando si vuole e per ciò che si vuole, vengono trovati. Questa è una questione di umanità, di sicurezza, di sopravvivenza di una valle e dei suoi abitanti. Ora non intendo fermarmi davanti a niente e pretendo risposte concrete, Non chiacchiere e sogni». 

La chiusura della strada provinciale 251 della Val di Zoldo e Val Cellina non ha ancora una data di scadenza.

E perché venerdì si è saputo che la riapertura è ulteriormente a rischio a causa di quel masso da 800 metri cubi. 


«Da 11 anni sono sindaco - dice De Pellegrin - e per i problemi della strada mi sono sempre rapportato con la sede di Veneto Strade che c’è a Sedico. E le cose sono sempre andate bene. Ora vedo che interviene Silvano Vernizzi, numero uno della stessa Veneto Strade: questo vuole dire che la questione è di competenza regionale. Ma mi chiedo se egli sia mai salito a vedere la strada che ora è chiusa. Perché i massi che incombono sulla 251 sono lì da un bel po’. E non possono raccontarci che è stato un incendio a rendere instabile un masso del volume di 800 metri cubi: le fiamme lo possono aver spelacchiato, ma non reso instabile». 

A dimostrazione che il pericolo non è certo di ieri, De Pellegrin ricorda che una signora di Soffranco, già a novembre, aveva segnalato la caduta sulla strada di sassi grandi come un pallone. «Per cui il tema non è rimuovere quel masso, ma realizzare delle opere che mettano in sicurezza la strada e chi ogni giorno la percorre». Poi De Pellegrin sbotta contro Palazzo Piloni: «Sono stufo, non ne posso più di sentire che il progetto della galleria Soffranco-Igne è stato inserito nel Piano strategico della Provincia, perché quello è un libro dei sogni da 100 milioni di euro. E se la 251 è una strada provinciale, la Provincia deve assumere l’iniziativa. Magari sta lavorando sottobanco e io non so nulla. Ed invece chiedo di sapere. Ricordo che si tratta di una strada che a breve passerà sotto le competenze di Anas e questo vuol dire che è stata ritenuta di interesse nazionale. E allora la si tratti con il rispetto che essa merita e che meritano i suoi cittadini. Dico alla Provincia e a chi la governa che sono importanti anche i gesti che compiamo. E quanto sta accadendo ora va contro la tenuta di un’intera provincia e i segnali per le nuove generazioni non sono buoni».


«Ricordo inoltre - prosegue De Pellegrin - che il tratto su cui incombe il masso e il pezzo di strada chiusa al transito, ricade in Comune di Longarone». Poi, in una giornata in cui la neve è caduta non solo sui passi, ma anche più a valle e quindi la percorrenza dei passi Duran, Staulanza e Cibiana è stata ancora più difficile, De Pellegrin continua: «Ora servono risposte. La questione non è più di soldi, che si trovano; ma di sicurezza ed umanità, perché c’è gente che ogni giorno percorre questa strada e rischia la vita. La mia richiesta non è un capriccio, non chiedo di realizzare un parco giochi Ma riguarda un’opera di fondamentale importanza per la vita e la sussistenza di un’intera comunità. La Provincia di Belluno ha la responsabilità politica e morale di quanto accade e accadrà su questa strada. Oppure ci dicano chiaramente: di voi non ci interessa nulla. Ma sia chiaro: finora ho usato il fioretto, ora non intendo fermarmi davanti a nulla». 
 

Ultimo aggiornamento: 17:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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