Virus respiratori tra i neonati, contagi anche nel Bellunese: già dieci ricoverati

Venerdì 29 Ottobre 2021 di Davide Piol
Neonato ricoverato in ospedale

BELLUNO - Zero casi in due anni e ora addirittura dieci a Belluno in un solo mese. Sembravano spariti, invece, ora che questi virus respiratori si sono riaffacciati sulla scena sanitaria, in tanti si chiedono cosa siano, da dove arrivino e se sono pericolosi.

Di certo, sono infidi perché colpiscono i bambini causando complesse bronchioliti che possono rendere necessario il ricovero in ospedale. È ciò che sta accadendo da ormai un mese in tutte le strutture sanitarie del Veneto. Belluno compresa. Da zero casi, negli ultimi due anni, sono già stati ricoverati almeno 10 bambini che hanno bisogno di ossigeno e talvolta di cure più avanzate in centri di terzo livello (dotati di Terapia Intensiva Neonatale e Terapia sub-Intensiva). Sono i piccoli, ora, il bersaglio preferito dei virus. A partire dal covid-19 che sta facendo strage tra gli alunni di asili e scuole elementari. Dopo Longarone, un altro istituto della provincia è a rischio chiusura per un focolaio interno. E poi ci sono questi virus respiratori che, però, non hanno nulla a che vedere con il covid.

IL PEDIATRA INFETTIVOLOGO

In un post pubblicato ieri sera sul suo profilo Facebook, Giangiacomo Nicolini, infettivologo pediatra di Belluno e membro del direttivo della società italiana di Infettivologia Pediatrica, ha cercato di spiegare attraverso piccole pillole pediatriche cosa sta accadendo ai bambini. «In questi ultimi due anni spiega Nicolini i virus respiratori erano praticamente spariti e avevamo i reparti pediatrici pressoché vuoti. L'uso delle mascherine, il distanziamento e il lavaggio delle mani hanno compiuto il miracolo che da sempre predichiamo: queste misure servono davvero a ridurre la trasmissione delle infezioni respiratorie e ne abbiamo avuto una prova importante». Si è ridotta, ad esempio, anche la frequenza delle crisi d'asma. Lo svantaggio, in una situazione di questo tipo, «è che il sistema immunitario dei bimbi è rimasto come congelato, vergine, e l'effetto elastico a cui stiamo assistendo ora, una volta allentate le misure protettive, è un enorme ripresa, violenta e torrenziale, delle patologie respiratorie». Nel suo post, Nicolini chiarisce che ci sono due virus respiratori (e uno gastroenterico): il rhinovirus e il virus respiratorio sinciziale (VRS). Il primo è il classico virus del raffreddore, «che sta tuttavia creando importanti distress respiratori anche in bimbi non piccolissimi».

BRONCHIOLITI

Il secondo, cioè quello che crea la maggior parte delle bronchioliti severe (malattia che insorge tra i 6 mesi e i 2 anni), e che di solito compare a gennaio, «è già il re dell'autunno». Ci sono casi in cui i due virus coesistono, rendendo la salute del bambino ancora più precaria. Che fare allora? Esistono piccoli accorgimenti che ciascuno di noi può adottare per evitare che i bambini si ammalino. «Se siete raffreddati scrive Nicolini usate la mascherina chirurgica quando siete più vicini di un metro al vostro bimbo, e lavatevi le mani prima e dopo essere venuti a contatto con lui. Se ha un fratellino più grande ovviamente la cosa si complica, ma ponete molta attenzione che se raffreddato gli stia abbastanza lontano». Quello che per l'adulto è un banale raffreddore, nel bambino può causare la bronchiolite e la necessità, a volte, di ricovero ospedaliero. Se il naso del bambino è chiuso bisogna ricorrere ad abbondanti lavaggi nasali con la soluzione fisiologica, se invece presenta tosse usare l'aerosol. Ma quando va portato dal pediatra? «Quando la tosse è secca, persistente e stizzosa conclude Nicolini se udite fischi o sibili, se usa i muscoli accessori per respirare, se fa fatica a mangiare. Non esiste solo il covid, ma con il covid abbiamo imparato che prevenire è sempre importante. È ora di mettere in pratica quanto abbiamo imparato!». 
 

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