Il virus a Belluno: da provincia peggiore d'Italia a modello per il Veneto Il grafico interattivo

Lunedì 19 Aprile 2021

BELLUNO - La mattina del 24 dicembre 2020, secondo il bollettino di Azienda Zero (l’agenzia regionale veneta per la sanità) i positivi in provincia di Belluno erano 5.773 su una popolazione di circa 200mila abitanti (più o meno un bellunese su 35). Il punto più alto mai toccato dall’inizio dell’epidemia (anche se su quella cifra, come vedremo, pesa una grande incertezza): da allora è cominciata una discesa, a volte quasi verticale, che in poco più di un mese e mezzo ha portato la cifra ai 512 del 15 febbraio (il punto più basso della seconda ondata, quantomeno da metà ottobre in poi). È stato allora che la discesa si è bloccata ed è cominciata quella che, secondo alcuni, è stata la terza ondata e, secondo altri, una ripresa della seconda: siamo arrivati ai 1.375 del 22 marzo e poi è ricominciata la discesa, che sta tuttora continuando (ieri eravamo a 756).

In questo grafico interattivo è possibile seguire l'andamento degli attualmente positivi dall'inizio di ottobre dell'anno scorso al 18 aprile.

L’ANDAMENTO
Quello delle persone attualmente positive è uno degli indicatori presi in maggior considerazione dagli esperti (insieme ai ricoveri nei reparti normali e nelle terapie intensive) per giudicare lo stato di un territorio durante l’epidemia di coronavirus. Belluno ha avuto da questo punto di vista un periodo fortemente negativo, tanto che all’inizio di dicembre era la provincia italiana che stava peggio per numero di nuovi contagi in rapporto alla popolazione. E, se qualcuno ha provato a dire (anche con qualche ragione, pur senza poter dimostrare con le cifre una tesi diversa) che questo poteva essere dovuto al grande numero di tamponi che venivano fatti in provincia (più si cercano positivi più c’è la probabilità di trovarne), resta il fatto che Belluno era nettamente la peggiore in un territorio omogeneo come il Veneto, con cifre anche più che doppie rispetto ad altre province. In queste settimane, invece, il numero dei nuovi positivi è fortunatamente crollato e, negli ultimi 7 giorni, Belluno ne ha avuti 112 per centomila abitanti (in Veneto è alla pari con Treviso e solo Rovigo, a quota 83, fa meglio).

PRIMA E SECONDA ONDATA

Nel corso della prima ondata il sistema sanitario non era pronto a fare tanti tamponi come è avvenuto nel corso della seconda e questo spiega come mai, nel calcolo delle persone che si sono infettate da febbraio 2020 a oggi, una provincia come Bergamo non sia fra i primi posti. Ma nella seconda tutti si sono attrezzati di più. E così, se guardiamo al numero di casi totali per centomila abitanti dall’inizio della pandemia, la provincia che ne ha avuti di più risulta Bolzano (13.215 a ieri), seguita da Belluno (10.351) e da Rimini (9.859). La seconda provincia veneta è Treviso (8.615), la terza Verona (8.311).

LE ANOMALIE

Guardando il grafico, si notano due anomalie: la prima fra l’1 e il 2 dicembre (quando gli attualmente positivi scesero di botto da 4.851 e 3.774), la seconda fra il 23 e il 24 dicembre (quando la discesa fu dal picco di 5.730 la sera del 23 e di 5.773 la mattina del 24 a 4.317 la sera del 24). Nel primo caso Azienda Zero spiegò che si trattava “di un allineamento dello stato di guarigione di molti soggetti regolarmente presi in carico dagli uffici competenti delle Aziende Ulss e regolarmente informati della fine del loro periodo di isolamento a cui mancavano, a livello informatico, l’inserimento di alcuni parametri per l’automatizzazione del riconoscimento dello loro stato clinico”. Nel secondo caso non fu fornita alcuna spiegazione ufficiale, ma è probabile che si sia trattato di un fenomeno simile. Per questo, probabilmente, bisogna considerare che il numero massimo di positivi in contemporanea nella provincia non sia stato il 5.730 del 23 dicembre ma una cifra un po’ superiore al 4.317 del 24 dicembre). Sempre molti, comunque, dal momento che, se fossero stati 4.400, significa che la provincia di Belluno quel giorno aveva un positivo ogni 45 residenti (neonati inclusi).

Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 12:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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