Molestie sessuali e stalking, l'incubo di una 33enne è finito: caporeparto condannato a quattro anni e mezzo

Giovedì 8 Giugno 2023
Stalking al lavoro

LIMANA - Quattro anni e mezzo e l'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. È la condanna pronunciata ieri dal tribunale di Belluno in composizione collegiale nei confronti di Franco Barp, 61enne residente in Borgo Valbelluna, accusato di violenza sessuale e stalking a una sua collega. All'epoca dei fatti, fine 2018 inizio 2019, l'uomo lavorava alla Costan di Limana, come capoturno.

Dovrà anche risarcire la donna, una 33enne, vittima di quelle "attenzioni" non richieste, come deciso ieri, 7 giugno, dai giudici che hanno disposto una provvisionale di 10mila euro e demandato ai giudici civili la quantificazione dei danni (quantificati dall'avvocato di parte civile, Enrico Rech in 50mila euro). Entrambi gli ex dipendenti della Costan-Epra spa ora non lavorano più nell'azienda di Limana: lui licenziato è in causa di lavoro, lei se ne era andata e ha raggiunto un accordo con l'azienda. «Mi sentivo braccata ero impaurita e sola. Ma c'è chi sa ascoltare: denunciare è giusto», aveva detto la dipendente con in mano un video di una delle tante aggressioni subite. «Questa sentenza - ha commentato il suo difensore Enrico Rech - rende giustizia a quello che questa ragazza ha passato». Dal canto suo il difensore dell'imputato, l'avvocato Pierluigi Cesa ha già annunciato appello: «È una certezza».

LE INCURSIONI
Secondo le accuse Barp si sarebbe avvicinato alla donna e l'avrebbe molestata, anche sessualmente. Il modus operandi era sempre lo stesso: la raggiungeva nel suo ufficio quando questa era da sola e si appoggiava su di lei intrufolando le braccia tra il gomito e il seno per poi palparla. A volte sbucava all'improvviso. Nell'autunno 2018 ad esempio, mentre la donna si trovava in giardino, l'avrebbe uncinata al collo avvicinandola a sé con il braccio e provocandole un senso di soffocamentoe toccandole il seno con l'altra mano. Qualche mese dopo, nella primavera 2019, l'avrebbe sorpresa di nuovo alle spalle baciandola poi sulla bocca. Poi una pioggia di messaggi whatsapp. Questi episodi sarebbero durati per due anni, fino all'ottobre 2020.

LA BATTAGLIA
È stato un processo combattuto fino alla fine: anche ieri, dopo due lunghe udienza con conclusioni delle varie parti, ci sono state le repliche di pm Roberta Gallego e parte civile. La difesa ha chiamato testimoni che sostengono che la donna frequentava la casa dell'imputato, proprio nel periodo dei fatti contestati. L'avvocato Cesa aveva chiesto l'assoluzione piena su tutti i capi di imputazione: perché il fatto non sussiste, per la violenza sessuale e «perché non costituisce reato» per lo stalking. La Procura contestava l'aggravante di aver commesso il fatto con abuso di relazioni d'ufficio (in qualità di suo superiore): la difesa ha sempre sostenuto che il capoturno non sarebbe un superiore, sarebbe solo coordinatore tecnico e avrebbe quindi lo stesso "grado" della operaia. Gli altri elementi evidenziati anche il fatto che la donna non avesse denunciato per mesi.

      

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