L'emergenza, nel Bellunese una donna maltrattata ogni tre giorni

Sabato 15 Febbraio 2020 di Olivia Bonetti
Il maggiore Marco Stabile dei carabinieri di Belluno mentre illustra i dati sui maltrattamenti alle donne
BELLUNO  - Un caso di violenza di genere ogni tre giorni e una donna maltrattata ogni settimana. È il triste record provinciale, con maggiore incidenza nel Feltrino, che emerge dal bilancio dell’attività del 2019 dei carabinieri del Nucleo Investigativo, presentata ieri al Comando provinciale dell’Arma. Con 122 casi trattati dai militari della speciale task force, in aumento del 3% rispetto ai 118 dell’anno precedente, le aggressioni alla popolazione femminile si confermano la vera piaga sociale del Bellunese. Ma il maggiore Marco Stabile, comandante dell’Investigativo, invita a leggere i numeri, in una chiave diversa. «Io ritengo - ha detto - sia un fenomeno in emersione e come tale non si può pretendere che ogni anno sia in diminuzione. Da pochi anni viene trattato e non abbiamo una statistica che ci possa permettere di fare delle valutazioni. La mole di lavoro è in aumento, ma è una problematica che va fatta capire con la sensibilizzazione. Anche se negli incontri e campagne ci sono sempre e solo le donne: il problema è l’uomo». Nei dati: atti persecutori (13 casi), maltrattamenti in famiglia (54), violenza sessuale (24), atti sessuali (3), diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti (1 caso), lesioni personali (23 casi), adescamento di minorenni (1 caso), circonvenzione d’incapace (3).
L’ORRORE 
«È un reato che generalmente si consuma all’interno delle mura domestiche - ha spiegato il maggiore - e quindi è molto più difficile da prevenire e reprimere. La parte offesa, secondo le nostre statistiche, è principalmente donna e italiana». Sono state 67 le vittime italiane nel 2019, 7 le donne dell’Est Europa, 2 africane, 5 del sud America e una cinese. «Dati che vanno al di là di quello che si potrebbe pensare - sottolinea il comandante Stabile - ovvero che in paesi con determinate religioni siano più frequenti casi di questo genere. Ma va anche precisato che non è detto che non ci siano: purtroppo, se non emergono, è molto difficile scoprirli».
IL BOOM
La maggioranza di casi trattati riguarda i maltrattamenti in famiglia, di uomo a donna, ma anche di figli a genitori. «È devastante vedere certe situazioni - confessa il maggiore Stabile - non ci si abitua mai». Leggermente diminuiti anche gli atti persecutori, o stalking, (passati da 13 a 16). Ma c’è stato un boom di violenze sessuali più che raddoppiate: dalle 10 del 2018 alle 24 del 2019. Una fotografia pesante del fenomeno in provincia, che peggiora ulteriormente aggiungendo i dati della questura. Sono stati 71 gli indagati: il 73% italiani.
IL CODICE ROSSO
Vista l’incidenza di questo tipo di reati, che rappresentano il 60-70% dei fascicoli gestiti dalla Procura, c’è una vera e propria task force di professionisti, nell’Investigativo, dedicata solo a questo. Militari specializzati a affrontare le delicate situazioni in cui la vittima, quasi sempre, cerca di far di tutto pur di non denunciare il marito. Le violenze emergono spesso grazie a vicini, al ricovero al pronto soccorso. La legge “Codice rosso”, entrata in vigore la scorsa estate, prevede una corsia “preferenziale” per queste denunce. «Non ci ha cambiato la vita - dice il comandante dell’Investigativo - tutti i casi vengono trattati sempre nell’immediatezza. Questi reati, nel 99%, hanno autore noto e quindi prima arrivi prima riesci a congelare cosiddetta “scena del crimine”». E conclude: «Il codice rosso ci ha toccato veramente poco, per quanto ci riguarda da moltissimo tempo, in collaborazione con la Procura e con la rapidità del Tribunale di andare a sentenza per questi reati, tutti i casi vengono trattati subito».
Ultimo aggiornamento: 09:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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