Quasi azzerate le denunce per maltrattamenti nel lockdown, ma i carabinieri smascherano il figlio violento

Mercoledì 13 Maggio 2020
Quasi azzerati i casi di maltrattamenti nel lockdown
BELLUNO - Con il lockdown non si sono fermati i reati contro le fasce deboli, vera piaga del Bellunese, ed e' continuata ininterrotta l'attività della Procura della repubblica e del Nucleo investigativo dei carabinieri. Ma spiegano dall'Arma «nei due mesi di blocco pressoché totale i numeri dei casi sono stati praticamente nulli se non cose minori». «Sono degni di particolare attenzione gli esiti di due attività - proseguono i carabinieri - nate poco prima della chiusura che sottolineano ancora una volta che con una denuncia tempestiva l'autorita giudiziaria interviene efficacemente anche nella tutela della donna in campo economico».
IL FIGLIO MOSTRO
In questi giorni é stata data attuazione a due provvedimenti: nel primo é stato sottoposto ad una " misura di sicurezza" un 47enne bellunese . L'uomo, a partire dal 2019 e fino al gennaio 2020 maltrattava la madre 80enne, percuotendola in più occasioni con schiaffi e calci, strattonandola violentemente, apostrofandola con epiteti ingiuriosi e minacciandola più volte di ucciderla brandendo anche un coltello. In altre circostanze l uomo avrebbe danneggiato e distrutto gli arredi di casa. «Questa situazione é stata segnalata al nucleo dai figli e dagli operatori sociali - proseguono dal comando provinciale dell'Arma - ; i numerosi elementi riscontrati consentivano al gip di Belluno, su richiesta del pm dott.ssa Roberta Gallego, di emettere la misura di sicurezza. L'uomo, dopo le formalità di rito, veniva accompagnato presso una struttura sanitaria della provincia dove dovrà sottoporsi a specifici programmi e trattamenti terapeutici. É terminato così per l'anziana donna un periodo veramente difficile».
MARITO SENZA CUORE
«Il secondo caso é prettamente economico ma che é un ulteriore strumento d'aiuto per le donne - spiegano dal Nucleo Investigativo -. Nel gennaio 2020 G.B. classe 75 cittadino ungherese di Feltre era stato tratto in arresto in flagranza di reato per maltrattamenti alla moglie. Durante l'udienza di convalida era stata disposta nei suoi confronti la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalle persone offese. Poiché l'uomo non contribuiva al mantenimento della moglie e dei figli se non con 50 euro mensili, costringendo la donna a ricorrere a forme di aiuto assistenziale, venivano disposti nei suoi confronti degli accertamenti patrimoniali . É emerso così che l'uomo percepiva mensilmente la somma di 2.100 euro come stipendio da operaio alle dipendenze di una ditta feltrina, facendo volutamente mancare i mezzi di sussistenza alla moglie e ai due figli minori nonostante la capacità reddituale. Il gip, quindi, con un " ordine di pagamenti" disponeva che l uomo cercasse allamoglie la somma di 950 euro ( mantenimento più affitto) con prelievo diretto sullo stipendio tramite il datore di lavoro».
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