Quella villa dimenticata dopo essere stata donata al Comune

Domenica 28 Febbraio 2021 di Daniela De Donà
Quella villa dimenticata dopo essere stata donata al Comune

BELLUNO Dito puntato sui beni immobili, donati da privati al Comune di Belluno e lasciati in balia del tempo.

Non solo meteorologico. È un lettore del Gazzettino, inviando due foto, a mettere a fuoco il divario tra «il povero dottor Dal Fabbro, grande medico, grande benefattore, grande pensatore» e la situazione di degrado in cui versa la villa lasciata in eredità alla città che tanto amava. Valentino Dal Fabbro sognava per quello storico edificio che si trova nella zona di Salce, in via Col Da Ren 125, un futuro come museo etnografico. Dopo quasi 40 anni dalla morte del medico pneumologo, dopo tanti sindaci, come nel gioco dell'oca, pare essere al punto di partenza: lo stabile è inutilizzato. Nei primi anni Novanta i locali furono usati per accogliere famiglie di rifugiati albanesi, poi con Antonio Prade primo cittadino si ipotizzò l'idea di farne un centro psichiatrico, con la giunta Massaro l'edificio venne messo in vendita attraverso aste. Intanto la villa è là, a chiedersi tanti perchè, ricordando le motivazioni per le quali al suo proprietario la città conferì nel 1984 il Premio San Martino: «Alla memoria di Valentino Dal Fabbro per l'intensa, umana e qualificata attività di medico, di primario broncopneumologo e di presidente dell'Ordine dei medici esercitata a Belluno per molti lustri. Per  la preziosa  ricerca medico-scientifica dedicata in particolare alla silicosi e alle provvidenze legislative in favore dei silicotici. Per il generoso impegno umano, civile, sociale, anche come pubblico amministratore, profuso di persona quale presidente delle associazioni bellunesi del volontariato in favore di quanti soffrono per ragioni di salute, per condizione di emarginazione, per la presenza di handicap». 

IL COMUNE

È Lucia Olivotto, vicesindaco con delega al patrimonio, a chiarire alcune questioni: «Sono state esperite più aste, si è provato anche a ridurne il valore, ma nessuno si è fatto avanti Olivotto motiva l'impossibilità di farsene carico- al di là del vlaore del bel gesto, i beni storici ereditati possono diventare un peso perchè servono grossi investimenti e oggi come oggi la situazione nelle casse dei Comuni non permette restauri su immobili seppur rilevanti, stentano a dare aiuti anche le Fondazioni e i privati». 

L'EX SINDACO

Memoria storica è Ermano De Col, già sindaco e vicesindaco al tempo della presa in carico dell'eredità, tanto da essere stato il primo a fare il sopralluogo di quella che era la casa di campagna di Dal Fabbro. Con il suo stile, senza peli sulla lingua, porta il suo punto di vista sulla questione: «I dirigenti comunali, da quando hanno avuto l'onere della firma, hanno cercato di evitare il mostro del danno erariale».

ALTRI EDIFICI

In realtà villa Dal Fabbro è solo una punta dell'iceberg. Incuria ed abbandono colpiscono altri immobili di proprietà del Comune di Belluno: da villa Sartori, a Sargnano, a villa Bixio-Gradenigo a Cavarzano, l'edificio donato per accogliere gli anziani autosufficienti, ora chiuso. 

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