Nuovo raid vandalico contro i fiocchi rosa in piazza

Venerdì 30 Ottobre 2020 di Daniela De Donà
I fiocchi rosa Lilt Ados distrutti dai vandali in piazza Martiri

Non c’è pace per i fiocchi che, nei giardini di piazza dei Martiri, ricordano l’importanza di lottare contro i tumori al seno.

Se il 4 ottobre il nastro rosa trovato spezzato poteva rappresentare una brutta eccezione, certo è difficile non arrabbiarsi con chi ha distrutto l’opera manuale delle volontarie dell’Ados: loro, con la Lilt, li avevano creati in occasione della manifestazione mondiale “Ottobre in rosa”. Ponendoli come fiori sul prato e intorno alla fontana. Vandali è dir poco: «Un gesto stupido e incomprensibile, che condanniamo con fermezza, e che tra l’altro è arrivato nella giornata in cui era stata organizzata una delle principali iniziative dell’Ottobre in Rosa del capoluogo, cioè la presenza della clinica mobile per lo screening e le ecografie gratuite», commentano gli assessori Yuki d’Emilia, Francesca De Biasi, Lucia Olivotto e Lucia Pellegrini. E proseguono: «Vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà e quella dell’intera Città di Belluno a Ados e Lilt che, per la seconda volta, vedono il loro lavoro distrutto da qualche ignorante che non ha capito il valore e il significato di quei simboli. Apprezziamo anche la loro scelta di lasciare nei giardini i fiocchi rotti, corredandoli di un cartello che invita gli autori di questa azione a riflettere sul loro gesto insensato. Speriamo che i colpevoli si assumano le loro colpe, anche per rispetto di quello che quei fiocchi significano e del lavoro di sensibilizzazione delle volontarie». È la vice sindaco, Lucia Olivotto, ad intervenire in modo specifico sulla questione: «Si è trattato di un comportamento che definisco triste, anche perché colpisce le donne che hanno una sensibilità particolare nei confronti della propria salute». Francesca De Biasi ha un dubbio: «Non so se la scelta di aver voluto deturpare i fiocchi stia nella volontà di lanciare un messaggio contro il mondo femminile o nell’ignoranza e nel gesto di un teppista. Il messaggio è che c’è ancora molto da fare come educazione civica e nel reclamare della donna ad essere tutelata anche da violenze come questa».

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