Valanga a Cortina, Tommy morto proprio nell'ultima gita della stagione

Domenica 10 Maggio 2020 di Daniela De Donà
Valanga a Cortina, Tommy morto proprio nell'ultima gita della stagione
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Tommaso Redolfi se ne è andato così. A 22 anni. In una mattina di sole: negli occhi i pinnacoli rosa della Dolomia e il cielo terso sopra la Tofana di Rozes. Poi ecco la neve che lo avvolge, con gli sci ai piedi, e se lo porta via. Un colata e un salto dalle rocce, verso valle. E il fratello poco più in su, ad assistere alla tragedia. Tommaso si era appena laureato in ingegneria civile, all'Università di Trento.



Abitava con la famiglia a Quartier Cadore. Con il fratello Francesco - 27 anni e un lavoro all'Enel - condivideva da sempre l'amore per la montagna: d'estate si arrampica e si punta all'escursionismo. Senza dimenticare quanto è bello andare in mountain bike. D'inverno, poi, la goduria sta nello scialpinismo. Carattere solare, un gran simpaticone: l'allegria era quasi un suo vestito. E di amici ne aveva molti. Quelli trovati frequentando il liceo ginnasio Lollino, e quelli delle scuole di sci. Se la cavava bene tra i paletti, tanto da salire sul podio. Come nel 2005, con lo Sci Club Ponte nelle Alpi, al Grand Prix Lattebusche, nelle gare di Padola e di Forcella Aurine.

Valanga sulla Tofana di Rozes: muore un ragazzo, salvo il fratello. In zona tanti sciatori Foto Slavina-bis in Marmolada

IL RICORDO
In città, come a Canale d'Agordo, paese d'origine della mamma, la notizia ha portato sgomento, incredulità. Tutti, in una sorta di passaparola sottovoce, a dirsi vicini al fratello, al papà Marco, ingegnere, alla mamma Sara Tancon, logopedista all'ospedale San Martino di Belluno. «Tommaso è il tipo di studente che il docente ricorda nel tempo con un affetto particolare e un sorriso sulle labbra - lo dipingono così due sue ex insegnanti al Lollino, Anna Battochio e Elena Vedana, profondamente turbate dalla notizia appena appresa - orgoglioso e impegnato, sia nello studio che nella vita, ha saputo alimentare con il suo carattere un clima di amicizia e familiarità». 
 

 


L'ULTIMA GITA
Una stagione andata, questa primaverile, per gli appassionati delle pelli di foca: ma rimane ancora qualche possibilità. Francesco e Tommaso non se la sono lasciata scappare e, con le maglie allentate dalla fase 2 del lockdown, ieri alle 4 di mattina, hanno caricato scarponi, sci e bastoncini e sono partiti in direzione Cortina. Praticamente al buio. Consapevoli che la discesa andava fatta presto, prima che le temperature si alzassero. Avevano controllato quale fosse il grado di pericolo segnalato: moderato, 2. Così, peraltro, precisa, Renato Zasso, tecnico del Centro Valanghe Arpav di Arabba: «Le condizioni per l'escursione con gli sci potevano essere generalmente favorevoli, ma occorre sempre considerare il riscaldamento locale del manto nevoso». La scala di pericolosità va da 1 a 5: «In realtà il pericolo zero non esiste», dice Zasso. Come dire che se si pratica lo scialpinismo il rischio di una valanga c'è sempre. Ieri la situazione era quella classica di primavera avanzata: «Con lo strato superficiale della neve che è portante e, via via con il maggior soleggiamento, si indebolisce, diventando instabile. Anche questo aspetto andava valutato, l'esposizione del sole e il riscaldamento locale».
 


IL LUTTO
«Oggi è una giornata tristissima per tutti noi - ha scritto lo Sci Club Ponte nelle Alpi sul proprio profilo Facebook - che vogliamo bene alla famiglia Redolfi. Ricordiamo Tommy, che abbiamo visto crescere con i nostri figli e abbracciamo Marco, Sara e Francesco». 
Daniela De Donà 

Ultimo aggiornamento: 09:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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