«Quella notte l'onda», studentessa vince premio letterario per un racconto sul Vajont

Martedì 29 Settembre 2020 di Alessia Trentin
Laura Bibelia
Da Cesiomaggiore a Roma: è bellunese la vincitrice della prima edizione del Premio letterario Andrea Pappalardo promosso dall'Università europea di Roma. Con un racconto sul Vajont dal titolo Quella notte l'onda... la giovane Laura Bibelia ha portato a casa il riconoscimento del prestigioso ateneo dove frequenta il quinto anno del corso di scienze della formazione primaria. Una brava ragazza bellunese che lascia il territorio per formarsi, ma che porta la sua terra nel cuore tanto da metterla al centro di una storia. Ma non è solo studiosa e amante della scrittura, Laura è anche una ragazza seguitissima sui social, con 23 mila follower su Instagram. Nuove generazioni di testimonial del territorio, che fanno parlare di Belluno anche così.
ANNIVERSARIO VICINO
La vittoria del premio risale a febbraio, quando in ateneo si è tenuta la cerimonia, ma Laura lo rende noto ora, a pochi giorni dal tragico anniversario (9 ottobre 1963). Nel corso della premiazione, quel 20 febbraio, il direttore dell'Osservatore Romano Andrea Monda aveva definito il testo un racconto circolare, perché ripercorre i luoghi drammatici della tragedia del Vajont con la circolarità degli affetti e delle relazioni, pur nella drammaticità degli eventi. La giuria si è espressa mettendo in luce l'originalità espressiva, la creatività e la qualità dell'elaborato. Insomma una bella soddisfazione per la bella cesiolina.
LA TRAMA
A tracciare a grandi linee la trama è la stessa autrice. Viene narrata la storia di Giovanni che nel 1963 è un ragazzo, vive a Longarone con i genitori e con i nonni, dai quali si reca la sera del 9 ottobre spiega -. Quella tragica notte sopravvive al disastro assieme ai nonni, ma perde i genitori. In seguito emigra lontano per cercare di dimenticare, ma il ricordo di quell'onda maledetta rimane indelebile nella sua mente e soprattutto dentro il suo cuore. Diventato egli stesso nonno, nell'anniversario del Vajont porta con sé il nipote al cimitero monumentale di Fortogna a deporre dei fiori sulle lapidi dei genitori. Il nipote, di fronte alla distesa di tombe bianche, riesce finalmente a comprendere la tristezza che legge sempre negli occhi di nonno Giovanni e gli chiede perché gli uomini avessero costruito quella diga se il luogo non era sicuro. Suo nonno, con grande sconforto, gli risponde che purtroppo tutti i morti provocati dall'onda del Vajont sembrano non aver insegnato nulla, poiché le tragedie per mano dell'uomo continuano ad avvenire ancora oggi.
PICCOLO MONDO ANTICO
Parla di natura, di figure mitiche note ai bellunesi come il mazariol e le anguane, di focolai, di polente da girare nel paiolo, di inverni con la neve.
Un piccolo scorcio sulla montagna ertana e longaronese in cui i bellunesi di certo ritrovano elementi e sensazioni note, un piccolo mondo antico travolto da una tragedia troppo grande tratteggiato con una delicatezza tale da convincere la giuria. 
Ultimo aggiornamento: 13:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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