LONGARONE -Tremila iscritti e un centinaio di volontari. Tutto è pronto per il grande ritorno di uno degli eventi più attesi di fine settembre. Perché arricchisce di nuovi contenuti e spunti il valore del ricordo, alimenta la solidarietà, coinvolge persone di ogni età. E molte anche da fuori provincia. Domani, infatti, scocca l’ora della pedonata sui luoghi del disastro datato 9 ottobre 1963: “I percorsi della memoria”. Dopo un anno di stop a causa della pandemia, adulti e anziani, giovani e bambini potranno vivere da vicino, e da protagonisti, la manifestazione podistica non competitiva ideata dall’associazione “Vajont - Il futuro della memoria”: la realtà presieduta da Renato Migotti si rimette in marcia per una camminata che si snoda lungo i tratti di strada interrotti o distrutti nella tragedia del Vajont. Tratti che storicamente fungevano da arterie di collegamento tra la valle del Piave e la Valcellina.
Senza considerare i sentieri e le antiche vie di comunicazione a piedi per la gente di Casso, Erto, Castellavazzo e Longarone. «Come di consueto - spiegano gli organizzatori - sarà un suggestivo passo indietro nel tempo, per permettere ai visitatori di attraversare zone solitamente inaccessibili al pubblico e che hanno caratterizzato una delle pagine più drammatiche della nostra storia». Tutto è iniziato nel 2005 con 800 partecipanti, mentre il tetto massimo di iscritti, di solito, è fissato a quota seimila. Una cifra che però, in un’epoca scandita dal Coronavirus, è stata dimezzata per le ormai note restrizioni anti-contagio. E così, a Longarone e dintorni, arriveranno in tremila: «La drammatica vicenda del Vajont può diventare il paradigma di ciò che accade quando l’interesse senza scrupoli viene perseguito a ogni costo, anche a discapito della salvaguardia del territorio e, soprattutto, della sicurezza e della salute dei cittadini.
Per questo motivo “I percorsi della memoria” offrono l’occasione di riflettere sul valore di una partecipazione attiva alle dinamiche sociali, politiche e comunitarie. Perché la memoria non deve rimanere uno sterile esercizio, ma trovare applicazione consapevole nella quotidianità di ognuno: è la chiave per comprendere meglio il presente. E le migliaia di persone che ogni anno raggiungono Longarone sono la testimonianza che questa consapevolezza è viva, e chiede nutrimento costante». La partenza è libera, dalla zona del quartiere fieristico, nella fascia oraria che va dalle 8 alle 10: «In questo modo si evitano assembramenti». Tre i tracciati, da 9, 16 e 24 chilometri: di corsa, o camminando, sulla strada del Colomber, il Trui dal sciarbon e il Troi de Sant’Antoni, le gallerie, il ponte tubo, la cava dei Pascoli, l’intero coronamento della diga, fino alla frana del Toc e agli antichi borghi di Erto e Casso.