Cade l'ultimo velo sul Vajont: desecretati gli atti d'inchiesta

Venerdì 3 Luglio 2020 di Lauredana Marsiglia
Nel disastro persero la vita quasi 2mila persone

LONGARONE - A pochi giorni dal quarantesimo della strage di Ustica, il Consiglio di presidenza del Senato ha approvato all’unanimità il parere che consente al presidente di Palazzo Madama di decretare lo stop del segreto funzionale sugli atti fino al 30 giugno 2001 delle commissioni parlamentari d’inchiesta. Cade così anche l’ultimo velo della strage del Vajont consumatasi la sera del 9 ottobre 1963


LA DECISIONE
Una decisione da cui, non appena i documenti saranno consultabili (dopo determinati tempi tecnici) potrebbero emergere importanti rivelazioni sui più grandi misteri di Stato che hanno contrassegnato la storia della Repubblica, tra cui quello sui quasi 2mila morti che quella sera vennero uccisi dall’onda uscita dalla diga, spinta verso Longarone ed Erto e Casso dalla gigantesca frana del Monte Toc. Non una tragedia causale, ma opera dell’ingordigia umana. La diga doveva essere collaudata dalla Sade per essere venduta. Per farlo fu necessario riempire fino al limite massimo l’invaso, bagnando i piedi della grande frana, ben conosciuta dai valligiani e anche da inascoltati geologi di fama. Tutti sapevano che sarebbe accaduto, ma la sorte venne tentata ugualmente. Il risultato fu un cimitero.

ARCHIVIO STORICO
I documenti sono conservati nell’Archivio storico di Palazzo Madama, a cui non è possibile accedere a causa dell’emergenza Coronavirus presumibilmente fino a metà luglio. Una volta che, nei prossimi giorni, la presidente Elisabetta Alberti Casellati avrà firmato il relativo decreto, partiranno le procedure che permetteranno per la prima volta nella storia del Senato la consultazione di documenti e resoconti non più coperti da segreto funzionale: una parte sarà messa online mentre un’altra parte dovrà essere consultata personalmente. Resteranno, invece, inaccessibili quelli coperti dal segreto di Stato. 
 

 


LA PRESIDENTE ESULTA
«Oggi è il giorno della verità storica e della trasparenza - ha detto la Casellati -. L’impegno è che lo stesso criterio sarà esteso nei prossimi lavori fino ai nostri giorni, affinché non rimangano più ombre e opacità».

La Casellati rivendica questo risultato quale frutto di una sua battaglia personale.
Unanime la soddisfazione della politica anche se si sono registrate polemiche sulla mancata estensione (richiesta in particolar modo dalla Lega con Tiziana Nisini e Roberto Calderoli e da Fdi) della fine del segreto sugli atti fino al 2018. Da quegli atti potranno emergere verità importanti per dare giustizia a quale cimitero di vittime innocenti uccise da una folata di vento seguita dall’onda che non diede scampo.

 
 


 

Ultimo aggiornamento: 08:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci