Vaia, l'origine del nome è un regalo pagato 200 euro

Domenica 23 Giugno 2019 di Olivia Bonetti
I boschi "schiantati" da Vaia
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La tempesta Vaia? Un regalo di un fratello a sua sorella Vaia Jakobs. L’evento del 29 Ottobre 2018 entrerà negli annali dei fenomeni meteo estremi, che hanno colpito le nostre zone. In molti si sono chiesti perché si chiamasse così. È il nome di una donna tedesca che resterà per sempre associato a quell’evento, un pauroso uragano che ha mietuto vittime. Lei è una donna benestante, manager di una grande multinazionale. Difficile trovare un regalo per una persona così, che ha tutto. Il fratello ha adottato per lei una tempesta. Ma il caso ha voluto il suo nome, Vaia, venisse associato a quella più tragica e spaventosa del 2018. 
L’INIZIATIVA
È il rischio che corre chi “adotta un vortice”, ovvero chi aderisce all’iniziativa dell’Istituto di Meteorologia di Berlino (Institut fur meteorologie). Le perturbazioni climatiche europee di bassa e alta pressione, infatti, vengono battezzate con nomi di donne o uomini. Una tradizione iniziata nel 1954 nell’Istituto di Meteorologia della Libera Università di Berlino, referente europeo. Dal 2002 è stata avviata l’iniziativa per l’adozione delle perturbazioni: si possono “acquistare” online (https://www.met.fu-berlin.de/adopt-a-vortex/). Il costo non è proibitivo: 199 euro per i vortici di bassa pressione, 299 per quelli di alta. Ci spiega meglio come funziona una delle studentesse che lavora all’istituto, Stephanie Meier del team “Adotta un Vortice”. «Dare dei nomi ai sistemi delle alte o basse pressioni - spiega Stephanie - è importante e fondamentale per identificarli. Prima del 2002 (anno in cui l’istituto ha iniziato con le adozioni) i nomi erano scelti da una lista con nomi predefiniti, fatta dai meteorologi». 
LA PROCEDURA
«Per l’adozione - prosegue - si deve compilare il modulo online. Le candidature si presentano entro il settembre dell’anno precedente (la scadenza per 2020 è il 25 settembre 2019). In seguito si riceverà una comunicazione in cui si saprà se l’adozione è andata a buon fine». Infatti sono tanti che si candidano, spesso come per Vaia si tratta di regali di terzi, ma non ci sono “abbastanza” perturbazioni per tutti (in un anno ce ne sono 50-60 di alta pressione e 130-150 di bassa pressione). «Andiamo in ordine alfabetico», spiega Stephanie. «Dopo l’adozione - prosegue - dall’Istituto arriverà un certificato e la storia della propria perturbazione. Hanno partecipato principalmente tedeschi, austriaci e svizzeri. Quest’anno c’è anche un italiano: “Siro” dal nome di un torinese». Tutti i soldi che raccogliamo dalle adozioni sono a sostegno degli studenti che lavorano in turni per le 24 alla stazione metereologica. Per noi è molto importante mantenere in vita la stazione Berlin-Dahlem (10381)».
Ultimo aggiornamento: 24 Giugno, 12:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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